Venerdì 29 Aprile 2011, si è tenuto a Verona, sua città natale, un pranzo celebrativo – nella migliore tradizione funeraria – del centenario della morte di Emilio Salgàri (Emilio Carlo Giuseppe Maria Salgàri, Verona, 21 agosto 1862 – Torino, 25 aprile 1911), lo scrittore più amato da molte generazioni di ragazzi dell’Italia unita. Il menu è stato ricavato da un’opera dello scrittore, non dedicata a corsari e pirati e all’invincibile Sandokan, ma, sorprendentemente, a La Bohème italiana (Bemporad, 1909): un romanzo che dimostra la vicinanza di Salgàri alla Scapigliatura, ed ha anche numerosi riferimenti autobiografici. Ambientato a Torino e dintorni nel 1899, racconta di un gruppo di amici artisti e scanzonati che si ritirano in una casa in campagna e vi fondano la «Topaia artistica» ribattezzando se stessi «Topi». Qui passano i giorni tra scherzi, burle feroci, grandi mangiate e abbondanti bevute intercalate da periodi di digiuno forzato a causa della mancanza di denaro. Al capitolo XV, Il pranzo dei topi, leggiamo: «La sera fu deciso di fare per l'indomani un gran pranzo per festeggiare l'arrivo del nostro letterato e inaugurare contemporaneamente la nostra Topaia. Ora che la famiglia artistica era al completo, si poteva fare». E così ha fatto un gruppo di salgariani doc., innaffiando il tutto con vivace Valpolicella, visto che le prenotazioni si raccoglievano presso il Consorzio Pro Loco Valpolicella.