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Fiere e saloni

Fiere e Saloni del libro in Europa

di Camilla Pelizzoli notizia del 7 dicembre 2016

Fiere, festival, saloni, rassegne… comunque li si voglia chiamare, gli appuntamenti dedicati ai libri sono molteplici e se ne possono trovare per tutto il Paese, ognuno con le proprie peculiarità, ognuno rivolto a un pubblico più o meno specializzato. Un argomento che è sempre stato abbastanza discusso – ce ne sono troppi? Troppo pochi? Servono a qualcosa? Servono, ma vanno migliorati? – e che quest’anno ha avuto particolare risalto anche sulla stampa, a causa del rinnovamento del Salone di Torino e della nascita di Tempo di libri. Fiera dell’editoria italiana.
La convegnistica professionale di Più Libri, da sempre attiva nell’analisi dell’attualità e delle tendenze editoriali, non poteva ignorare un argomento così sentito eppure di cui, in fondo, non si affronta il punto cardine, ovvero il fatto che questi eventi sono sì occasioni per catturare il pubblico, ma sono anche a tutti gli effetti occasioni di crescita industriale del settore e della filiera.
Per questo un incontro come Fiere e Saloni del libro in Europa. Editoria con Salone ha cercato di guardare oltre, andando a cogliere pratiche ed esempi nel resto d’Europa, per capire come s’intendono e si organizzano gli eventi attorno al libro negli altri Paesi, valorizzando le caratteristiche più innovative e la possibilità di fare rete, come sta effettivamente accadendo grazie al progetto ALDUS.
A parlare delle loro fiere si sono succeduti Holger Volland per la Frankfurter Buchmesse, Henrique Mota per la Feira do Livro de Lisboa e Antonio Monaco per Più Libri Più Liberi, con la moderazione di Stefano Salis (Il Sole 24 Ore): tre fiere molto diverse per impostazione, ma unite da una forte popolarità e da un modello unico di fare fiera.

Francoforte non ha bisogno di presentazioni: è la principale fiera editoriale al mondo, ed è tra le più antiche. «Come “nonna” di tutte le fiere, abbiamo avuto cinquecento anni di tempo per affinarci e portare avanti concetti innovativi» ha raccontato Holger Volland, presentando la fiera di Francoforte. «È importante sottolineare che tutte le innovazioni delle fiere sono riflesso di quelle dell’industria; così siamo passati secoli fa dai libri portati nei barili, via nave, a quelli rilegati; e poi da fiera per i librai che dovevano ordinare prodotti a luogo per la compranvendita dei diritti. Con l’avanzare del web, degli e-book, e dei rapporti sempre più stretti coi produttori di contenuti in altri media, abbiamo aggiunto spazi ed eventi come gli Hot Spots (per avvicinare le tech companies agli editori), Storydrive (per i professionisti del cinema e dei videogame), e quest’anno The ARTS+ (che collega arte e musei agli editori, i più adatti a creare prodotti dai contenuti). Così oggi Francoforte vede 100 mila business meeting - solo quest’anno! - tra 500 e più agenzie».

Lisbona è una piazza relativamente recente che, grazie alla sua location particolarissima – il parco Eduardo VII – è riuscita a richiamare un numero sempre più alto di lettori lusofoni.
«È cresciuta piano piano, con 7-8 stand piccoli in una piazza in centro città» ha raccontato Henrique Mota, «e ora ha circa 280 stand, 600 editori e marchi, e oggi ha circa mezzo milione di visitatori in 18 giorni: il 5% della popolazione portoghese!». E l’obiettivo è chiarissimo: «In questi giorni noi voglia vendere libri e organizzare eventi culturali»; e il risultato finale sono «circa mezzo milione di libri venduti in diciotto giorni, ovvero un libro a persona». Un risultato tale per cui si sta pensando a una collaborazione con i librai, prima della fiera, per anticipare le conseguenze che questa ha sempre sulle loro vendite.
Molto interessante è la profilazione del pubblico tipico: per la maggior parte proveniente da Lisbona o da aree limitrofe, ha meno di 35 anni e un’istruzione di livello universitario. Ma soprattutto il 75% viene senza un budget di spesa massimo, passa almeno due ore in fiera e, soprattutto, torna sempre: c’è il 90% di ritenzione.

Anche Più Libri ha un pubblico molto fedele
, e in gran parte romano: «50 mila spettatori che incidono significativamente» e un rapporto stretto con la realtà editoriale cittadina, come ha sottolineato Antonio Monaco: «La fiera viene sempre più considerata come necessaria per l’identità della città stessa; e l’editoria romana è sbocciata e cresciuta insieme alla fiera». E nel raccontare la storia e le peculiarità della piccola e media editoria, riassumendo i punti di forza che hanno reso la fiera ciò che è oggi (dal fatto che Più libri è l’unica fiera per piccoli-medi editori di livello nazionale, dai «moduli» standard per gli stand, a un’ottima comunicazione, sino alla formazione professionale, da sempre parte fondamentale del programma) , ha anche guardato verso il futuro: «dobbiamo innanzitutto migliorare il rapporto con tutta la filiera, e fare in modo che sia la filiera di tutta l’editoria; sviluppare un concetto per cui tutta la rete possa avere un luogo di interlocuzione importante, pur mantenendo le nostre peculiarità».

Le sfide per l’innovazione, dunque, continuano. Ma le fiere europee, con i loro modelli e i loro progetti, e la nuova possibilità data da ALDUS di fare network, hanno tutti i mezzi per continuare a cambiare, a crescere, e a fornire i professionisti dell’editoria con nuovi strumenti.

Guarda il video completo dell'incontro sul sito di Più Libri Più Liberi.

L'autore: Camilla Pelizzoli

Laureata in Lettere moderne (con indirizzo critico-editoriale), ho frequentato il Master in editoria. Mi interessa la «vita segreta» che precede la pubblicazione di un libro – di carta o digitale – e mi incuriosiscono le nuove forme di narrazione, le dinamiche delle nicchie editoriali e il mondo dei blog (in particolare quelli letterari).

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