Più libri più liberi ha riaperto oggi i battenti al Palazzo dei Congressi di Roma, che animerà con i suoi stand e con i suoi incontri fino all’8 dicembre.
Riparte, con l’inaugurazione della fiera, anche il ciclo di convegnistica professionale promosso dall’Aie e a cura del suo Ufficio Studi, rivolto peculiarmente agli editori e alla loro esigenza di aggiornamento sui dati, le tecnologie e le evoluzioni del settore, e di confronto con gli altri attori della filiera.
Il programma professionale dell’edizione 2015 si articola attorno a cinque parole-chiave – una per giorno – che guideranno le riflessioni, i confronti e gli esiti di questi 13 incontri.
Il sito del Giornale della Libreria, soprattutto per gli editori impossibilitati a partecipare, coprirà gli incontri con dei resoconti riassuntivi raccolti sotto l’etichetta [Plpl incontri professionali]: ci auguriamo, in questo modo, di poter prolungare il dialogo sui temi affrontati in fiera, estendendolo a tutti i soggetti interessati.
La parola di oggi venerdì 4 dicembre è «Concentrazioni» e l’evento che inaugura il ciclo professionale è un confronto animato da un’imprescindibile domanda: Piccolo è ancora possibile?
Se le dimensioni di una casa editrice sono diverse, confrontarsi con il futuro – dei lettori, delle tecnologie, degli scenari di consumo e di fruizione – è una sfida comune, per i grandi quanto per i piccoli editori.
Cosa si può imparare l’uno dall’altro? Quali sono le sensibilità comuni da attivare e affinare?
Ne hanno appena discusso Stefano Mauri (Gruppo GeMS) e Renata Gorgani (Editrice il Castoro) moderati da Stefano Salis (Il Sole 24 Ore).
Gli organismi viventi di taglia piccola, biologicamente, sono più resistenti: si adattano meglio ai cambiamenti e sanno provvedere al loro sostentamento anche in condizioni estreme. Ma il paragone con i minuscoli gechi africani forse non descrive bene le attitudini dei piccoli editori, che più che rimanere immobili in attesa della preda, si muovono rapidamente alla scoperta di voci nuove, cercando d’intercettare pubblici sempre più verticali e specifici.
E il paragone con il mondo animale non soddisfa neanche i grandi che, suggerisce Stefano Mauri, non sono terribili predatori, ma sempre impegnati nello scouting e nell’affermazione consapevole del marchio (anzi, dei marchi, nel caso del gruppo GeMS), e nella strutturazione di un rapporto di fiducia tanto con i lettori quanto con i librai.
Un piccolo o medio editore può percorrere tre strategie di sopravvivenza, secondo Mauri: avere un buon catalogo, poter contare su titoli di successo, oppure presidiare sapientemente una nicchia, configurandosi come risolutivo rispetto a un’esigenza, non necessariamente e non solo «di lettura».
Renata Gorgani ribadisce l’importanza del rispetto delle regole del gioco nel settore editoriale, chiarendo che essere piccoli (e quindi più agili) non vuol dire sottrarsi alla disciplina del mercato, ma affrontarla facendo leva sui propri punti di forza.
Lo spettro delle concentrazioni impone a tutti delle riflessioni, che grandi e piccoli affrontano potenziando il lavoro di ricerca dell’autore: il fulcro dell’attività editoriale che, nell’esperienza del gruppo GeMS, individua nella continuità una delle sue parole d’ordine. Respingendo però ogni automatismo e ogni «facciamo così perché abbiamo sempre fatto così».
Gorgani identifica nell’esiguità dei lettori italiani uno degli aspetti sui quali concentrarsi, agendo solidalmente tra editori in modo da riempire uno spazio lasciato vuoto dalle istituzioni.
Se Mauri è scettico sulla possibilità di attrazione dei lettori deboli, rispetto ai quali il confronto con le forme d’intrattenimento a portata di smartphone è probabilmente ad armi impari, Renata Gorgani ribadisce l’importanza delle librerie indipendenti nell’alimentare il circolo virtuoso della lettura, e precisa che anche la filiera editoriale dovrebbe dotarsi di strutture adeguate per soddisfarne le richieste.
Dio, comunque, è nei dettagli tanto per i grandi quanto per i piccoli editori.
Sull’artigianalità del mestiere dell’editore Gorgani e Mauri concordano pienamente, come sull’esigenza di fare bene e con passione il proprio lavoro.
Con un occhio alla salvaguardia dell’identità culturale e uno al fatturato.
Per informazioni sui prossimi incontri professionali, clicca l'immagine del programma qui sotto:
Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi sono responsabile del contenuto editoriale del Giornale della Libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
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