
Il
Women’s pride for fiction ha perso il suo principale sponsor e sostenitore, la compagnia telefonica Orange, che contribuì alla fondazione del premio 17 anni fa.
Tuttavia la co-fondatrice e direttrice onoraria del premio, la modella
Kate Moss si è detta ottimista e fiduciosa che il Women’s pride troverà presto un nuovo sponsor.
Il premio, assegnato annualmente, consiste in un assegno di 30.000 £ e in un bronzo in edizione limitata, denominato «Bessie». Al concorso può partecipare qualsiasi autrice la cui opera sia stata scritta in inglese.
Certo
non sarà facile rimpiazzare un partner come Orange che ha investito milioni di sterline nel mercato del libro inglese, non solo finanziando il premio ma anche in biblioteche e in progetti di alfabetizzazione.
La nota compagnia telefonica si è detta dispiaciuta per la conclusione dell’avventura Women’s Pride ma, allo stesso tempo,
non ha reso note le motivazioni della sua decisione. È chiaro che, malgrado le speranze della bella Kate, l’assenza dei finanziamenti di Orange si farà sentire (primo effetto è la
perdita del nome, irrimediabilmente legato allo sponsor) e soprattutto è sconfortante vedere che la promozione della lettura e delle iniziative ad essa connessa tende a passare in secondo piano di fronte a ragioni più forti quali possono essere la crisi economica generale e quella della telefonia mobile in particolare. Ogni manifestazione del genere che viene meno è una sconfitta per tutti, non solo per il mondo editoriale e librario.