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Editori

Il silenzio di Rushdie

di E. Vergine notizia del 27 gennaio 2012

Il Jaipur Literature Festival è una delle manifestazioni culturali più importanti del subcontinente indiano che si svolge nella «città rosa» di Jaipur dal 20 al 24 gennaio. L’iniziativa rappresenta, ormai da sei anni, un’occasione per divulgare la produzione letteraria indiana e per promuovere la lettura.
A quest’edizione del festival erano presenti autori affermati come Fatima Bhutto (Canzoni di sangue, Garzanti) così come nuove rivelazioni del mondo della letteratura come Tabish Khair, Shubnum Khan (entrambi pubblicati in Italia da Nova Delphi Libri) e Tarun Tejpal (Garzanti). L’ospite più atteso e più chiacchierato però era Salman Rushdie, che avrebbe dovuto parlare in videoconferenza da Londra nella giornata conclusiva della manifestazione. Ad attendere questo evento c’erano oltre 10.000 persone. I tentativi della Comunità musulmana indiana di far saltare l’incontro erano falliti. Tuttavia, poco prima del collegamento da Londra con l’autore de I versi satanici – opera ritenuta blasfema dagli estremisti islamici – un folto gruppo di attivisti musulmani si sono infiltrati tra gli spettatori in attesa e hanno minacciato di usare la violenza se Rushdie avesse parlato. Gli organizzatori del festival di sono trovati di fronte a una scelta difficile: censurare il noto autore o rischiare spargimenti di sangue.
Alla fine la videoconferenza non è stata trasmessa ma, per protesta, alcuni degli autori presenti hanno letto dei passi da I versetti satanici. Secondo l’inviato del «Los Angeles Times» la presenza di Rushdie al festival sarebbe stata compromessa dalla concomitanza di questo evento con le elezioni politiche in uno degli stati indiani più importanti, lo Uttar Pradesh, con una fortissima componente musulmana.

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