La casa editrice giapponese Shueisha, con sede a Tokyo, ha da poco intrapreso una querelle legale con Google e il provider di servizi Internet Hurricane Electric per accedere a maggiori informazioni su alcuni domini collegati a Mangabank, una delle principali piattaforme pirata del settore, che registra mensilmente 81 milioni di letture.
La lotta alla pirateria,
in Giappone, coinvolge attivamente le case editrici e il governo e assume di anno in anno proporzioni maggiori. A partire da giugno 2020, il Paeseha approvato delle
norme volte a tutelare specificamente il mondo dei manga dai trasgressori del copyright. Molte case editrici specializzate – come Shueisha, Kadowaka, Kodansha e Shogakukan – hanno conseguentemente intrapreso delle
azioni legali nei confronti delle piattaforme pirata, con l’obiettivo di dissuadere non sono gli operatori dietro tali siti, ma anche i consumatori dei contenuti illeciti.
Shueisha, in particolare, ha individuato una serie di siti web che distribuiscono illegalmente suoi contenuti: tutti afferiscono a Mangabank.org, che sembra fungere da motore di ricerca tra i vari hosting. Adesso l’editore chiede l’aiuto di Google e Hurricane Electric per entrare in possesso delle informazioni specifiche per identificare i «pirati»: nomi, indirizzi fisici, numeri di telefono, indirizzi e-mail e indirizzi IP. Il tribunale, intervenuto per convalidare o negare la richiesta, non si è ancora espresso. Intanto Mangabank è offline.