Quali sono i confini dell’audiolibro e, più in generale, dei contenuti editoriali usufruibili via voce? E quali linee produttive e professionalità ci riservano i prossimi anni? Per raccontare tutto questo conviene partire da un caso studio, ovvero l’adattamento di graphic novel e fumetti per l’ascolto, una strada intrapresa in Italia da Storytel. Lanciata nel nostro Paese il 27 giugno del 2018, Storytel è la prima piattaforma europea di audiolibri e podcast e vanta un catalogo di più di 100 mila titoli, tra cui molte esclusive, in continuo aggiornamento. Nel 2020 ha superato il milione e mezzo di abbonati al mondo.
«In Italia – spiega il country manager Marco Ferrario – il mercato è ancora piccolo, ma nell’ultimo anno abbiamo più che raddoppiato la nostra base utenti e non solo a causa del lockdown. Abbiamo messo in campo azioni sul lato del marketing, sull’offerta editoriale, sulle funzionalità della app: stiamo implementando la sezione "Statistiche", una pagina personale dove vengono registrati i propri progressi di lettura e ascolto e dove vengono anche mostrati alcuni dati curiosi sulle proprie abitudini: se si ascolta più nei weekend o nei giorni feriali, se si ascolta più di sera o di mattina, quali generi si preferiscono e così via.
Feature della prossima release sarà il "Follow Author and Narrator" ossia la possibilità di seguire i propri autori, autrici, narratori e narratrici preferiti ed essere notificato in caso venissero pubblicati nuovi titoli scritto o letti da loro».
Anche secondo Ferrario, così come per altri protagonisti del mondo audio, il 2020 «è stato un acceleratore che ha sdoganato un nuovo consumo culturale che forse era prima un bisogno sommerso, anche a causa delle difficoltà di accesso alla tecnologica che stanno cadendo: i primi dati di inizio 2021 sembrano infatti confermare che quella dell’anno scorso non è stata una bolla, ma che il trend di crescita continua». A livello di prodotto, Storytel ha lanciato nel 2020 e nella prima parte del 2021 alcuni titoli di grande richiamo: con l’audiolibro de La Regina degli scacchi è stato esplorato il territorio delle serie televisive, mentre Helgoland di Carlo Rovelli e Una Storia Americana di Francesco Costa dimostrano la possibilità di andare oltre alla fiction. E poi ci sono i graphic novel.
Il 12 novembre dell’anno scorso, Storytel ha lanciato, in contemporanea con l’uscita in libreria, l’audiolibro di A babbo morto di Zerocalcare(Bao Publishing). Ma non è stato un esperimento isolato: «A breve usciranno altri titoli di Zerocalcare e degli autori più noti di Bao Publishing, altri titoli sono in fase di lavorazione e abbiamo un accordo quadro con uno storico editore di fumetti in Italia che a breve annunceremo: in tutto stiamo lavorando a diverse decine di titoli» ci racconta Marco Ragaini, direttore editoriale di Storytel.
Il caso dei fumetti e graphic novel per l’ascolto, secondo Ragaini, va considerato da due angolazioni: specificità del prodotto e posizionamento del target. «Partiamo dal secondo punto – spiega Ragaini –. Noi siamo un servizio di contenuti audio in abbonamento dove gli audiolibri sono preponderanti, ma ci sono anche podcast, serie originali, documentari. Tra i nostri abbonati ci sono molti lettori forti, ma anche moltissimi non lettori o, per meglio dire, consumatori di contenuti culturali che non sono i romanzi: serie televisive, fumetti, anche manuali. Quindi noi abbiamo l’esigenza di rivolgerci a un pubblico a cui interessano le storie ma che non per forza sono lettori “tradizionali” e, da questo punto di vista, i fumetti e i graphic novel hanno caratteristiche per noi molto interessanti: personaggi forti, storia molto ben definita, serialità».
Se la questione dei target di pubblico è intuitiva – audiolibro e graphic novel condividono un pubblico giovane, culturalmente curioso e aperto a sperimentare nuovi formati di racconto e serialità – meno intuitiva è la questione dei linguaggi e dei punti di incontro tra i due formati. «In prima battuta – spiega Ragaini – uno può pensare che il graphic novel e gli autori costruiscono la loro identità attraverso il tratto grafico, il disegno, ed è sicuramente vero, ma non c’è solo questo. C’è, come abbiamo già detto, l’elemento della serialità e dei personaggi forti. Ma soprattutto c’è la questione della resa emotiva: il graphic novel ha un tono emotivo molto forte e immediatamente percepibile che si definisce attraverso il colore, il tratto grafico, la grande tavola». Gli esempi sono noti a tutti i consumatori di graphic novel: un personaggio ritratto sotto la pioggia a pagina piena, un tramonto in chiusura di un arco narrativo, l’esplosione di un suono oltre i confini della gabbia grafica. È possibile rendere tutto questo attraverso il suono? «Assolutamente sì – spiega Ragaini – perché l’audio è una forma di espressione molto legata all’emotività, intima quando è ascoltata in cuffia, un linguaggio molto diretto che colpisce a livelli di coscienza molto profondi. La voce ci smuove qualcosa dentro e, insieme al sound design, può “ricostruire” il tono emotivo della tavola grafica».
È interessante fare un esempio proprio da A babbo morto dove alla voce narrante di Zerocalcare si aggiungono quelle di Caterina Guzzanti e Neri Marcorè, che danno voce ai protagonisti di una doppia tavola, «quasi un’incursione», spiega Ragaini: «Durante la registrazione gli attori avevano davanti un monitor grande che riproduceva la doppia tavola che andavamo a recitare e, in uno schermo più piccolo sotto, la trascrizione dell’adattamento. Gli attori guardavano la tavola per assorbirne la resa emotiva e, dopo una piccola pausa, la restituivano attraverso toni di voce che fossero pertinenti rispetto al personaggio e al “colore” della scena».
La questione degli adattamenti, soprattutto, apre il campo a nuove professionalità che sono altre rispetto agli speaker e ai tecnici del suono: «L’adattamento è un lavoro di team, collettivo, un po’ come succede con gli original televisivi. Esiste questa nuova figura che potremmo chiamare dell’editor audio, persone esperte della narrazione in audio, delle sue specificità, ma che hanno un piede nel mondo della cura editoriale. Componenti narrative sono il testo scritto, la voce, i suoni, il ritmo, la musica: si ragiona in una maniera più tridimensionale. Siamo solo agli inizi nella nascita di nuove professionalità».
Sono nato a Genova e vivo a Milano. Giornalista, già addetto stampa di Marsilio editori e oggi di AIE, ho scritto per Il Secolo XIX, La Stampa, Internazionale, Domani, Pagina99, Wired, Style, Lettera43, The Vision. Ho pubblicato «Figli dell’arcobaleno» per Donzelli editore. Quando non scrivo, leggo. O nuoto.
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