
«Copiare» da un successo porta bene in editoria? Se si tratta di titoli la risposta è forse sì, almeno a giudicare dalla
prolificazione di titoli molto simili tra loro che non può essere sfuggita a chi frequenta, per diletto o per lavoro, le librerie.
Per avere una dimensione internazionale della questione un recente articolo apparso su
Vulture fa encomiabilmente il punto sui
titoli derivati dalla trilogia di Stieg Larsson (
The Girl With the Dragon Tattoo, The Girl Who Played With Fire e
The Girl Who Kicked the Hornet’s Nest). Diventata un fenomeno editoriale nel 2009,
di anno in anno è cresciuto il numero di titoli ispirati al meme «The Girl Who…» ormai svincolato dai thriller e, cosa interessante, adottato anche per i libri per ragazzi (vedi il grafico a sinistra, Fonte: Vulture,
The Book Title With the 91 Imitators): nel 2010 sono stati
11, nel 2011 sono saliti a
16, nel 2012 sono diventati
19 e nel 2013 esplodono a
36…e in questo inizio 2014 siamo già a 9!
Proprio qualche mese fa il Giornale della libreria aveva dedicato un articolo (E. Molinari,
Titoli da bestseller, febbraio 2013, pp. 23-24) a questa tendenza e in quell’occasione
Raffaello Avanzini,
editore di Newton Compton, spiegava come i titoli, unitamente a copertine ben riconoscibili e identificabili, giocassero un ruolo fondamentale nell’acquisto di un volume. «
I titoli sono senza ombra di dubbio uno dei fattori più importanti nel determinare il processo di acquisto, soprattutto nella fase decisionale di un acquirente ancora incerto. Vengono scelti in fase di inserimento in programmazione editoriale, anche se molto spesso, già al momento dell’acquisizione dei diritti, si ha già un’idea abbastanza chiara. Non è raro, comunque, che i titoli vengano cambiati in fase di realizzazione del volume, poco prima dell’uscita.
Un titolo efficace può decretare il successo di un libro e, al contrario, un titolo debole può compromettere la riuscita in termini commerciali anche di un libro bellissimo. Per questo
è una scelta che spetta all’editore, gli autori infatti spesso non hanno chiare le dinamiche commerciali e devono affidarsi all’intuito e all’esperienza di chi pubblica».
Parole che, per tornare a casa nostra, non possono che farci riflettere sulle tendenze della titolistica degli ultimi anni: pensiamo ad esempio a tutti i
titoli ispirati ai «profumi» –
Il profumo delle foglie di limone (Garzanti),
Il profumo delle foglie del tè e dell’amore (Newton Compton), Profumo di spezie proibite (Piemme),
Il profumo dello zucchero a velo (Newton Compton),
Il profumo dei fiori in Iraq (Newton Compton) – o a quelli
ispirati alla «cucina» –
La scuola degli ingredienti segreti (Garzanti),
Gli ingredienti segreti dell’amore (Feltrinelli),
La collezionista di ricette segrete (Newton Compton),
La cucina degli ingredienti magici (Corbaccio),
Il gusto proibito dello zenzero (Garzanti),
Il gusto proibito della cannella (Newton Compton) e
Il gusto segreto del cioccolato amaro (Sperling & Kupfer) – giusto per citarne alcuni. Se poi queste tendenze abbiano prodotto anche dei buoni risultati in bilancio, resta ancora da vedere.