Continua la serie di interviste speciali dedicate ad alcuni dei più interessanti editori specializzati nei vari settori dell'editoria per ragazzi. Dagli albi illustrati alla fantasy, dai cartonati all'educational, le interviste ci condurranno fino alla Bologna Children Book Fair che si concluderà giovedì 22 marzo prossimo.
Oggi è la volta di Corrado Rabitti, editore di ZOOlibri, piccola realtà emiliana che ha fatto dell'internazionalizzazione e della qualità delle proprie pubblicazioni un vero e proprio business.
ZOOlibri è un editore che nasce con una forte propensione all’internazionalizzazione. Come si concretizza questa strategia? Realizzate molte coedizioni o al contrario sono diminuite in seguito alla crisi attuale? Quanto pesa l’export di diritti sul budget della vostra casa editrice?
All’inizio, nel gennaio 2001, mi sono posto una questione principale: come far partire e poi sopravvivere –con obiettivo minimo a dieci anni- una piccola struttura indipendente in un settore come questo e in paese come questo? Trovata la risposta avrei potuto affrontare l’avventura. La risposta è stata una sola: produrre titoli così buoni da poterne vendere i diritti all’estero. ZOOlibri nasce perciò con un’idea molto precisa, una programmazione. Dico sempre che vorrei ognuno dei libri prodotti tradotto almeno in una lingua straniera. Questo tipo di strategia si realizza con la valutazione di due fattori: il mercato e il libro. Il primo attraverso un paziente studio dei mercati esteri, delle loro prospettive, dei clienti, della loro serietà, delle persone, dei ruoli: si traduce nell’allacciare lunghe corrispondenze, lunghe trattative e nel selezionare molto accuratamente i clienti. Il secondo attraverso la creazione del libro che dovrà nascere sempre appetibile per più mercati: si traduce nel lavorare parecchio sulla costruzione del libro, soprattutto sulla parte «visiva». Fare coedizioni è sempre più difficile, se possibile ancora di più di anno in anno. Principalmente perché i costi di produzione «italici» risultano sempre troppo alti rispetto a quelli di altri paesi e perciò non si riesce a convincere altri editori a unirsi alle nostre scadenze di lavoro. ZOOlibri stampa 4/5 titoli l’anno, dei quali solo 2/3 sono di nostra produzione. Per un editore piccolo, anche le aspettative sono piccole…Non ho cifre recentissime, ma credo che l’export incida oltre il 25%.
Parlando di illustrati, quali sono i nomi di illustratori o autori emergenti in Italia o all’estero da tenere sott’occhio? Qual è (se c’è) la cifra che distingue gli illustratori italiani dagli stranieri?
Segnalo volentieri una vera creativa italiana, Giulia Sagramola, e due illustratrici italiane, che sono dotate di un proprio immaginario e hanno anche ottime qualità personali: Daniela Tieni, che credo sia un uscita a breve, non solo in Italia, e Maddalena Gerli, che sta lavorando con ZOOlibri con risultati strabilianti. Se possiamo giocare con le parole, la cifra che distingue gli illustratori italiani dagli stranieri è «inferiore». In Italia gli illustratori hanno un numero inferiore di scuole professionali, una possibilità di sbocchi occupazionali inferiore, una possibilità di contratto inferiore, un compenso mediamente inferiore, un mercato inferiore, una quantità di traduzioni all’estero inferiore; e via così. Se da ciò vogliamo trovare una positività, c’è: gli illustratori italiani si abituano talmente tanto al livello «inferiore» che, se resistono alla pressione, una volta proiettati all’estero si ritrovano avvantaggiati rispetto agli altri loro colleghi. Abituati al quasi nulla italico, in altri paesi gli illustratori italiani trovano servizi, sostegni, punti di riferimento, istituzioni culturali. Quindi opportunità di vita e lavoro.
Come si realizza un libro pop-up come quello, bellissimo, L’incredibile bimbo mangia libri? Come si sta muovendo il mercato dei pop-up?
Premesso che ZOOlibri ha solo “comprato” il suddetto, è cioè licenziataria per il solo mercato Italia, credo servano i seguenti ingredienti: un mercato che garantisca vendite minime sicure –il mercato di lingua inglese; un artista geniale e unico – Oliver Jeffers; un libro originale perfetto – L’incredibile Bimbo Mangia Libri; un ingegnere cartotecnico con gli attributi; una struttura editoriale di un “certo peso”. Le grosse compagnie di madrelingua inglese stanno puntando a progetti di due tipi: riadattamenti pop-up di best-seller d’artista oppure libri molto elaborati con creature e dettagli a non finire che escono dalle pagine, molto più scenografici e spettacolari che in passato. Del mercato dei pop-up non posso dire altro: ne siamo esclusi. Siamo una struttura «mignon» che non si potrà mai permettere creazioni così particolari, proprio per ragioni pratiche. ZOOlibri sta facendo uscire adesso una mini serie di grandi albi illustrati da ritagliare e si tratta di un lavoro di gruppo durato oltre due anni, sempre al limite della sopportazione umana. Molto complesso. Certo, con un risultato finale strabiliante…
Quali sono le qualità e le capacità indispensabili che aiutano una piccola casa editrice specializzata come la vostra a restare sul mercato nel difficile momento economico attuale?
Le solite di sempre. Le qualità di sempre: pazienza e perseveranza. A tonnellate. E la solita grande capacità di sempre: vivere nel modo più etico possibile. Che significa non fare agli altri cose che non vorremmo venissero fatte a noi. Nel lavoro di chi fa libri, vuol dire rispettare i lettori evitando di deluderli facendo porcherie.