
Continua il trend negativo del mercato Ict italiano, che nel suo complesso segna un calo del 4,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A fornire il dato è
l’ultimo Rapporto Assinform, realizzato con NetConsulting, secondo cui il mercato Ict italiano nel suo insieme (servizi e prodotti delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, infrastrutture di rete e contenuti digitali) ha raggiunto a fine giugno un valore di mercato di
oltre 32 milioni di euro.
Eppure, mentre assistiamo ad una crescita sostenuta soprattutto nell’America latina e nell’Asia – Pacifico, che segnano valori prossimi al 10%, il Nord America conferma discreti risultati intorno al +4% ed in Europa si verificano segnali di un timido recupero prossimo al +1%,
l’Italia rimane il fanalino di coda dei Paesi più sviluppati.
Il problema, secondo quanto emerso nella presentazione, è che l'innovazione digitale sta sì penetrando nella società e nell'industria italiana (interessante il fatto che quest'anno il Rapporto per la prima volta prenda in considerazione anche le singole regioni italiane), ma su basi ancora troppo limitate e a ritmi troppo lenti. Insomma non c'è Agenda digitale che tenga di fronte a dati così poco incoraggianti: lo stesso accesso alla
banda larga, fondamentale per lo sviluppo del digital market interno, nell'ultimo anno
è cresciuta solo del 2,4% e i 13,9 milioni di accessi restano proporzionalmente inferiori a quelli dei principali Paesi europei.
Allo stato attuale non esistono i presupposti per un’inversione di tendenza nel mercato Ict, tanto che le stime di fine anno confermano un calo complessivo del 4,3% sul 2012, che per la componente dispositivi, sw e servizi diventa -1,7%, nonostante la crescita dei segmenti innovativi con un trend previsto di 5,2%.
In sostanza, il rapporto Assinform fotografa l’evoluzione che sta subendo l’Ict, con
componenti di nuova generazione che subentrano a componenti tradizionali - i cui volumi e prezzi calano - ma a ritmi ancora non sufficienti a far ripartire il mercato. Il nostro Paese è quindi in forte ritardo rispetto all’Europa dove l’incidenza del mercato ICT (che continua marginalmente a crescere a fronte del -4,3% italiano) sul Pil è prossima al 7% mentre
in Italia è minore del 5%, con gravi ricadute sul settore ma soprattutto sul mancato sviluppo del nostro sistema economico e produttivo in generale.