
Il
ritrovamento fortuito di manoscritti d’autore caduti nel dimenticatoio è sempre una bella avventura. Un’avventura che si tinge di giallo se il protagonista del romanzo perduto è nientemeno che il famoso
Arsenio Lupin, ladro gentiluomo.
Florence Boespflug, nipote di Maurice Leblanc, il «creatore» di Lupin, stava rovistando nella soffitta dell’avo quando la sua attenzione è stata catturata da un manoscritto che giaceva sul fondo di un baule. Florence, grande estimatrice dell’opera del nonno, che onora anche tramite la creazione del premio Arsenio Lupin per la letteratura poliziesca, si è subito resa conto della portata del ritrovamento.
L’inedito in questione, intitolato Dernier amour,
è infatti
l’ultimo romanzo di Maurice Leblanc la cui lavorazione era stata
cominciata nel 1936 e interrotta poco prima di darlo alle stampe a causa di un’ictus che lo portò alla morte cinque anni dopo.
La trama è accattivante: per portare a termine un nuovo colpo Arsenio Lupin assume l’identità di un educatore che lavora anche per il Ministero dell’Interno. Oltre all’
intrigo poliziesco – che riporta il lettore indietro nel tempo fino all’era del nonno di Lupin, un seguace di Napoleone – il romanzo si arricchisce grazie ad una
coinvolgente storia d’amore. Eppure, curiosamente, l’aspetto più interessante del romanzo è costituito dal ruolo di educatore del ladro gentiluomo che si interfaccia coi giovani poveri della benlieu parigina – e di cui Maurice Leblanc traccia un ritratto particolarmente realistico.