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Distributori

Problemi e soluzioni dal primo European Digital Distributors Meeting. Il report di Nicola Cavalli

di N. Cavalli notizia del 25 giugno 2014

Nicola Cavalli, fondatore di LibrInnovando e direttore editoriale di Ledizioni, ha seguito per il «Giornale della libreria» l'European Digital Distributors Meeting, l'incontro tra i distributori di contenuti digitali che ha coinvolto tutti i principlai attori europei. Ecco il suo report.

Giovedì 12 giugno si è svolto a Madrid il primo European Digital Distributors Meeting. Erano presenti circa una ventina di relatori provenienti dai maggiori Paesi europei (Regno Unito, Francia, Germania, Italia e Spagna).
A fare il punto sul mercato degli e-book in Italia c’erano rappresentanti di LibrInnovando, Edigita, BookRepublic e MediaLibraryOnline. Fra i partecipanti degli altri Paesi ricordiamo Nielsen Uk, Gardners, ePubDirect e Faber per il Regno Unito; Asfored, Numilog, Editis ed Eden-Livres per la Francia; Frankfurt Buchmesse, Libreka, BookWire e Tolino per la Germania ed infine lo stesso Fande, Libranda, Tagus di Casa del Libro, Zona eBooks e Esdecomics per la Spagna.
Le panoramiche introduttive sui mercati hanno evidenziato le già note differenze fra i diversi Paesi europei, con il mercato Uk decisamente ad uno stato di sviluppo più avanzato, in virtù anche della maggiore disponibilità di catalogo, seguito dal mercato tedesco, con un catalogo ampio, ma dominato dal Pdf ed i mercati di lingua latina con quote di mercato dell’e-book ancora inferiori al 5%.
Interessante notare come il mercato tedesco non stia particolarmente risentendo della crisi o forse l’abbia già superata. Il suo valore infatti, nel 2013, dopo due anni di perdite del 3,7% e 3%, è salito dello 0,9% con la contro intuitiva decrescita dello 0,5% del fatturato delle librerie on line nel 2013, dopo quasi dieci anni di crescite fra il 10 ed il 20%. È un mercato, quello tedesco, che pare aver mantenuto una sua stabilità, dove il digitale trova il modo di crescere e realizzarsi e dove la percentuale dei lettori che dichiara di comprare indifferentemente uno dei due formati (cartaceo ed elettronico) è in crescita (44% per la narrativa, nella ricerca di quest’anno).
Il panorama della distribuzione in Europa è molto variegato, ma con alcune aziende che presentano caratteristiche comuni rispetto alla gestione delle loro attività.
Grandi grossisti e distributori cartacei come Gardners in UK e Libri in Germania hanno affiancato all’attività tradizionale quella digitale. Altre aziende sono invece nate con la mission specifica di distribuire e-book con una forma societaria di cooperazione fra grandi gruppi editoriali, come Edigita in Italia, Eden Livres in Francia e Libranda in Spagna. Infine esistono alcune realtà che, pur con una mission specifica sul digitale, sono indipendenti dai vari gruppi editoriali come BookRepublic, BookWire, ePubDirect o Numilog. Peculiare il caso italiano di MediaLibraryOnline, che riesce ad aggregare ed offrire per il prestito digitale in biblioteca quasi la totalità degli e-book trade presenti sul mercato italiano: le altre realtà europee come iBiblio in Spagna, Askews and Holts in Inghilterra o Numilog in Francia non riescono ad offrire una simile copertura.
Per tutti gli attori dei Paesi coinvolti si è poi rivelata molto sentita la necessità di sviluppare una politica comune, o almeno di avere la possibilità di continuare a scambiarsi opinioni, sul modo di fronteggiare la forte espansione dei gruppi internazionali e di Amazon in particolare. In quest’ottica il gruppo ha posto le basi per dare stabilità e seguito a questo primo incontro, con il chiaro intento di sviluppare attività condivise e un coordinamento più stretto che, in alcuni casi, è già stato intrapreso.
La stessa mancanza di dati facilmente reperibili e comparabili sia a livello internazionale è stata individuata come un punto sul quale il gruppo potrà operare, senza dimenticare la fondamentale attività di pressione sull’UE perché equipari l’Iva sugli e-book a quella dei libri cartacei ed anche perché si arrivi ad una standardizzazione delle aliquote su base europea. La direttiva che impone, dal 2015, di applicare l’Iva del Paese di fruizione e non di erogazione, sarà infatti un aspetto in più da gestire, sia dal a livello tecnico che a livello fiscale, per gli operatori.

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