I libri hanno sempre trovato posto nei centri commerciali, ma,
tradizionalmente, in due spazi molto diversi:
o nelle librerie – di catena o indipendenti – situate nelle gallerie,
o all’interno dei supermercati, in un
banco libri rifornito da distributori specializzati. Qui, invece, le due soluzioni si fondono in modo innovativo in una sola, e
il banco libri diventa una sorta di libreria di catena che si inserisce fluidamente nell’articolazione dell’ipermercato.
Il format scelto per entrare nel più grande Iper d’Italia è quello del
Mondadori Point, dal concept più agile e innovativo: pensato inizialmente per edicole e cartolibrerie, qui viene trasposto fra le corsie dell’ipermercato ed è gestito direttamente da Mondadori Retail:
200 metri quadrati di superficie,
quattro addetti,
oltre 5 mila titoli di libri (fra novità e catalogo) e prodotti di cartoleria.
A quest’offerta si aggiunge l’
integrazione con il digitale, sempre più indispensabile nell’ecosistema di catena, attraverso i servizi
Pick Up Point e
Prenota e ritira. Attingendo in questo modo all’intero assortimento di Mondadori Store, offerta impensabile per il banco libri tradizionale.
«Grazie a questa partnership, che segna il
debutto della nostra insegna anche nella grande distribuzione organizzata, possiamo moltiplicare i canali di relazione con il pubblico. Dalle grandi città ai centri più piccoli», ha commentato
Carmine Perna, amministratore delegato di Mondadori Retail.
La nuova formula con cui Mondadori entra nella Gdo sfida – e dovrà fare i conti – con la
lunga crisi del banco libri nella grande distribuzione.
Assenza di best seller significativi e
crescita costante dell’e-commerce (Amazon su tutti, ma non solo) sono gli ingredienti principali di questa crisi,
di cui avevamo già scritto; ma non solo. Complice anche la
recessione, la
quota di mercato (trade) di supermercati, ipermercati e grandi magazzini ha subito nell’ultimo decennio una
contrazione del 60%, perdendo così, nella competizione con l’online e con le librerie di catena, più punti delle librerie a conduzione familiare, che sembravano l’anello fragile della filiera distributiva.
Un altro colpo per la Gdo è stata la
chiusura, l’anno scorso, di
Mach2 Libri, leader nella distribuzione a supermercati e Autogrill; molti punti vendita sono rimasti sforniti per diversi mesi, con una
perdita per il settore editoriale
stimata in 5-6 milioni di euro.
Ma – pur sofferente, pur assottigliato nella varietà dell’offerta – il banco libri della Grande distribuzione organizzata continua a svolgere una
funzione di presidio soprattutto là dove il retail è assente: circa
900 mila lettori comprano libri esclusivamente in questo canale, spendendo a testa
mediamente 29 euro all’anno. Come evidenziato dal
Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2018, si tratta in media di un pubblico che legge poco, con reddito e titolo di studio inferiori a quelli di chi frequenta le librerie, e che, con la riduzione – o la scomparsa – dei libri nella grande distribuzione,
non è scontato trasmigri verso altri canali (l’online su tutti). Questi «deboli» lettori potrebbero anzi
abbandonare la lettura per rivolgersi a
forme alternative con cui impegnare il proprio tempo, più semplici da fruire, più accessibili e, a volte, gratuite.