Il tuo browser non supporta JavaScript!
Vai al contenuto della pagina
Curiosità

L’Amazzonia in cuffia

di Alessandra Rotondo notizia del 4 maggio 2018

Attenzione, controllare i dati.

L’audio è la nuova frontiera della narrazione? È da un po’ che abbiamo iniziato a chiedercelo. Ed è una domanda curiosa, soprattutto perché individua la «nuova frontiera» in una tendenza – quella all’oralità narrativa – che precorre (e di gran lunga) l’invenzione della parola scritta.

Ma la crescita dell’audiolibro non si arresta, e tanti alti prodotti audio non esattamente nuovi (il podcast, il dramma radiofonico) riacquistano un loro fulgore. Risorgono e si vivificano al tempo dei media digitali, dei dispositivi mobili, prima di tutto degli smartphone: pronti a raggiungere le nostre orecchie attraverso cuffie e auricolari.

Per le sonorità e la voce – per tutto quello spettro di stimoli che ci raggiungono attraverso l’udito – passa un’emotività forte, passano pezzi di storie che le sole parole scritte fanno fatica a veicolare, una narratività complessa ed esperienziale che può assumere anche le forme dello spettacolo e dell’arte.

Le cuffie, per esempio, sono il portale d’accesso alla storia condotta in scena da Simon McBurney con lo spettacolo The encounter (il debutto c’è stato nel 2015 al Festival di Edinburgo, seguito da tournée ancora in corso per i teatri di mezzo mondo). Ogni spettatore, durante il monologo dell’artista britannico, ne trova un paio sulla propria poltrona ed è invitato – ripetutamente, prima dell’inizio – a controllarne il perfetto funzionamento.

Quello che segue è un viaggio di due ore ricreato esclusivamente attraverso l’ascolto: dei suoni della foresta amazzonica, nel lontano 1969 sulle orme del fotografo americano Loren McIntyre; dell’affannosa quotidianità della tribù dei Mayoruna; della foresta pluviale e delle voci che ne emergono; della casa londinese di McBurney, dove la figlioletta non riesce a prendere sonno, e di tanto in tanto irrompe nella storia, chiedendo di mangiare, di bere, o semplicemente di essere confortata.

La tecnologia usata per captare e trasmettere i suoni è biauricolare, in modo che ogni rumore, voce, sussulto, clic fotografico, scroscio di pioggia, ronzio di zanzara, raggiunga le orecchie dello spettatore alle spalle, da destra, da sinistra, frontalmente… creando uno spazio uditivo avvolgente e tridimensionale.

Ispirato al romanzo Amazon Beaming dello scrittore rumeno Petru Popescu, The encounter mette in scena un’immateriale orchestra senza strumenti musicali diretta dalla voce di McBurney. Per il pubblico, un’esperienza che rievoca l’opalescenza bambina delle fiabe ascoltate nel dormiveglia. Per il panorama dell’intrattenimento, un modo nuovo di raccontare le storie. Che passa – ancora – per le cuffie e per la voce.  

L'autore: Alessandra Rotondo

Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi coordino il Giornale della libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.

Guarda tutti gli articoli scritti da Alessandra Rotondo

Inserire il codice per il download.

Inserire il codice per attivare il servizio.