Quando si analizzano i consumi culturali in Italia, ci si confronta sistematicamente con un Paese a velocità variabili. C’è la grande, storica frattura tra il Nord e il Sud – che ritorna tanto negli indici di lettura quanto nella distribuzione delle infrastrutture per la lettura – ma ci s’imbatte anche in molti altri dislivelli: la disparità tra capoluoghi e provincie, quella tra città e paesi, quella tra grandi, medi e piccoli comuni, e ancora quella tra centro e periferie delle grandi città.
 
Per queste ragioni, la mappa tracciata dalle possibilità d’accesso, in Italia, all’offerta culturale è molto frastagliata. In una geografia tanto eterogena, se da un lato rimane insostituibile la regia centrale delle istituzioni nazionali – distillata in piani e interventi attraverso gli enti locali – dall’altro l’attivismo sul territorio arriva spesso a colmare gap e riempire spazi vuoti, in un’ottica volontaria e appassionata che è talvolta l’unica motrice del cambiamento.
 
«Un luogo, d’altronde, non è solo un limite territoriale, ma è un topos esistenziale, fatto di relazioni e di rapporti interpersonali che per crescere hanno bisogno di alimentarsi di cibo nutriente. E la cultura a noi è sembrato essere un buon cibo» racconta Carmela Gagliardi, presidente del Circolo di Cultura Tommaso Corneglio di Rovito, un comune di poco più di tremila abitanti in provincia di Cosenza, nella comunità montana della Presila.
 
«Nel dicembre del 2016, un piccolo gruppo di rovitesi dà vita con costituzione formale, rogito e iscrizione all’Agenzia delle entrate al Comitato Promotore dell’Università Popolare Tommaso Cornelio. Un progetto ambizioso in un contesto difficile» continua Gagliardi. «Le attività di promozione della lettura dei classici dell’Ottocento e del Novecento e le iniziative di lettura del territorio da parte di soci che da sempre si occupano di ambiente e paesaggio sono state le prime mosse di quello che sarebbe diventato il Circolo di Cultura Tommaso Cornelio, rovitese illustre che promosse la rivoluzione scientifica del Seicento a Napoli».
 
Solo il 24 gennaio del 2019 nasce però ufficialmente il Circolo. Con il reclutamento di circa 60 soci, «rovitesi, rovitesi in diaspora, calabresi e non» che conoscendo il progetto decidono di sostenere un processo di semina di lungo termine con due caratteristiche: «volevamo che il Circolo avesse il suo centro nei libri e che cercasse ogni giorno di contrastare l’indifferenza, che potesse ogni giorno suscitare domande piuttosto che dare risposte. Non a caso il motto all’ingresso è “Se sei in cammino, in ricerca, qui trovi, non risposte, ma domande”».
 
 
Un circolo di cultura con i libri al centro.
I libri, donati in una quantità iniziale di circa 1.500 volumi da uno dei soci fondatori, hanno costituito il patrimonio iniziale del nostro piccolo Punto di lettura, intitolato a Corrado Alvaro. Pudicamente non la chiamiamo «biblioteca»: sia per il limitato numero di libri disponibili – oggi poco più di 2.000 – sia perché non siamo ancora dotati delle professionalità necessarie per gestire un’infrastruttura sociale così rilevante. Dacché è stato impiantato corrisponde in pieno al motto del nostro Circolo, che è «Lentamente avanziamo».
I testi del nostro piccolo patrimonio librario spaziano dai classici della letteratura italiana: Alighieri, Petrarca, Alfieri, Foscolo, ai classici della letteratura straniera: Bronte, Byron, Hugo, De Cervantes, Dickens, Dostoevskij. Molti sono anche i testi della letteratura contemporanea: innanzitutto una modesta scelta di libri di Corrado Alvaro, cui è dedicato il Punto di lettura.
Anche la saggistica è una sezione molto fornita, a partire da alcuni testi di storia della scienza per riguardo a Tommaso Cornelio. Un altro settore a cui abbiamo dedicato attenzione è la storia, con particolare riferimento a quella del Risorgimento e alla vicenda dei fratelli Attilio ed Emilio Bandiera, a motivo della quale Rovito è presente nella Storia d'Italia.
Siamo poi particolarmente contenti delle sezioni dedicate ai lettori più piccoli. Innanzitutto quella dei libri per l'infanzia e l'adolescenza che ci ha consentito di aprire una proficua collaborazione con l'Istituto comprensivo di Rovito, non solo offrendo agli studenti la possibilità di accedere al prestito (ovviamente gratuito), ma anche collaborando ad iniziative proprie della scuola e all’edizione 2020 di #ioleggoperché. Poi quella dei libri per bambini da 0 a 5 anni, che ci ha permesso di coinvolgere molti genitori e bambini – anche con il supporto della pediatra del paese e di altre associazioni sul territorio – in progetti di lettura ad alta voce e laboratori sensoriali.
 

Oltre al Punto di lettura quali sono le attività del Circolo?
In primo luogo una premessa sul nostro approccio. Per vivere in una prospettiva che definiamo «glocale» abbiamo individuato, tra i soci, dei referenti nei comuni limitrofi: referenti di sedi non materiali, ma di «luoghi» di promozione delle attività che nel corso del tempo hanno preso vita. Nel frattempo i soci sono arrivati a 92, incrementando le idee e i progetti. Una novità fra tutte è l’iniziativa La Natività nell’arte: uno studio delle opere d’arte che nel tempo hanno riprodotto la Natività che, in linea con gli obiettivi del Circolo, voleva suscitare domande sul tema della spiritualità del quotidiano.
I progetti sono moltissimi e sarebbe difficile raccontarli tutti in questa sede. Per offrire una visione chiara delle piste di studio su cui si muove il Circolo rimandiamo allo schema qui sotto, che è la sintesi del nostro campo d’azione. Tutte le iniziative promosse si muovono all’interno di questi margini.

Sulla lettura dei libri, ad esempio, a parte i classici della letteratura di cui abbiamo già detto, ricordiamo le presentazioni, i laboratori con i ragazzi, l’adesione – con la scuola – al progetto Libriamoci, le lezioni di approfondimento sulla letteratura e sul territorio in collaborazione con il corpo docente dell’Istituto comprensivo di Rovito, il laboratorio sul fumetto a cura di disegnatori e giovani editori del cosentino, la lettura delle favole ai bambini, la divulgazione della poesia che convergerà nella partecipazione alla Giornata mondiale della poesia.
Sul tema di una rinnovata coscienza civile, ricordiamo gli incontri sul processo di unificazione nazionale, sulla nostra Costituzione e su quella europea, sulla democrazia. Le due Italie, in particolare, è il format che ha ospitato importanti incontri sul divario Nord-Sud, sulla condizione economica e sociale del Meridione, non in chiave retorica ma interrogativa e prospettica sulla vocazione di sviluppo di una macroregione che ancora oggi ha difficoltà a partorire una visione che sia fondata sulla propria identità.
Le attività dell’area Genius loci hanno promosso invece la scoperta di quel capitale umano che negli anni si è messo in gioco in una terra non sempre attenta alle risorse culturali e artistiche. Nella sede di Celico, ospiti della Factory Bordò – una bottega d’arte in chiave moderna del maestro Alfredo Granata – si sono susseguiti incontri con artisti, poeti, scrittori della nostra Sila Cosentina.
Dire, tra tanti, quali siano stati i progetti più importanti è davvero difficile. Ognuno di essi ha avuto la sua incidenza. E nell’ottica di learning-by-doing che abbiamo deciso di adottare qualche feedback negativo lo abbiamo naturalmente ricevuto. Ci sono alcuni argomenti che avvicinano di più ed altri che ancora risultano difficili da metabolizzare. Ma col tempo ogni piccolo seme porterà il suo frutto.
 

Cos’ha significato ripensarvi nelle limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria?
Il 2020 è stato l’anno horribilis che ha stravolto le esistenze di tutti. Anche la nostra. Il punto di forza del Circolo – che è la molteplicità dei soci e il suo essere glocale – è diventato in questo tempo pandemico un punto di debolezza.
Le attività in presenza sono state sospese da marzo, con un breve ritorno nell’apertura estiva. Tre giornate che hanno permesso anche ai soci fuori regione di raggiungerci rivitalizzando quella partecipazione che pareva affievolita dall’emergenza.
Nel primo e poi ancora nel secondo lockdown le attività sono continuate sulla nostra pagina Facebook e in una serie di meeting virtuali. Abbiamo aperto anche un blog, sul quale condividiamo temi di riflessione e cerchiamo di animare confronti che facciano da traccia alla programmazione del futuro.
La speranza è di ricominciare a vivere in presenza le nostre attività, ma di sicuro alcuni strumenti adottati in questo periodo rimarranno utili per tenere ben stretti i legami tra i soci vicini e lontani. Continueremo insomma a utilizzarli anche dopo la pandemia: sperando che questo «dopo» arrivi il prima possibile.

L'autore: Alessandra Rotondo

Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi coordino il Giornale della libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.

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