
Chi abita in città lo sa bene: il condominio è un microcosmo che concentra in sé i caratteri che più in generale si ritrovano nella vita cittadina, dalla difficoltà dei rapporti con l’altro all'anonimato delle relazioni.
Una bella idea, diffusa da tempo di America, per rendere più vivibili e vivi i condomini è quella di realizzare
biblioteche condominiali all’interno degli stabili. Aperte ai condomini, questi
«salotti» del libro sono presto diventati spazi capaci di proporre occasioni di incontro, di scambio, di condivisione, di conoscenza reciproca.
E non mancano neppure le società immobiliari e gli studi d'architettura, come l’americano
Extell, che hanno fatto delle biblioteche comuni un benefit di lusso, capace di
rivalutare uno stabile tanto quanto la presenza di una piscina, di un giardino o di una cantina refrigerata.
Il libro come pretesto attorno al quale si formano comunità di persone, insomma, desiderose di incontrarsi e di condividere uno spazio e un’esperienza, magari
alternativa all’isolamento della televisione.
Recentemente (è stata inaugurata lo scorso fine settimana) la biblioteca comune è arrivata anche in Italia e, più specificatamente, a
Milano, in
via Rembrandt 12, dove è nata la prima biblioteca di condominio. Alloggiata nei locali della guardiola del custode da qualche tempo in disuso, è
gestita dai condomini del palazzo e progetta di aprire a tutti gli abitanti del quartiere.
Le 72 famiglie dello stabile si trovano così a gestire, a turni, i
mille libri raccolti internamente e arrivati dai vicini. Tutto è cominciato tre mesi fa, quando tra i rifiuti è stata ritrovata una decina di libri praticamente nuovi. Si è pensato allora di sfruttare quegli spazi non più utilizzati: bastano qualche scaffale, un paio di poltrone ed anche una macchinetta per il caffè, per creare una piacevole saletta dove fermarsi a leggere o prendere in prestito (ci sono anche gli appositi registri) un libro.
I condomini si alternano nella gestione ed hanno così trovato un sistema per condividere qualcosa, uscendo dall’isolamento in cui spesso si vive nei palazzi di città.
E se funziona la biblioteca, l'idea degli abitanti è di andare oltre: è già in cantiere l'ipotesi di uno spazio per tutti i bambini del palazzo per giocare e guardare la tv in compagnia.