Da sei anni la Biblioteca Gaspard Monge di Beaune, in Borgogna, raccoglie i segnalibri dimenticati dai suoi lettori nei libri presi in prestito. Insieme ai segnalibri più tradizionali, trovano posto una serie di oggetti insoliti: biglietti di concerti, piccole poesie o lettere d’amore, liste della spesa, cartoline, foglie essiccate, gratta e vinci, post-it. E la lista potrebbe continuare. Una piccola collezione, nata inizialmente dall’esigenza di conservare gli oggetti nel caso in cui i lettori sentissero l’esigenza di reclamarli indietro, che ora è diventata una mostra visitabile nello stabile della biblioteca dal 21 luglio all'1 settembre.
La mostra, «Piccoli pezzi di vita trovati nei libri», è una tra le tante iniziative originali portate avanti dalla biblioteca di Beaune: sicuramente motivata dall’amore per il libro ma ora è diventata anche un’occasione per la biblioteca di dare visibilità alla propria realtà.
Alla mostra, infatti, si accompagna
una campagna di comunicazione sui social ben gestita. Se su Facebook la biblioteca ha creato un album apposito dedicato alle foto dei segnalibri più curiosi, è però su Twitter che la notizia sta avendo più successo. Qualche utente ha suggerito alla biblioteca
il lancio di un hashtag apposito, #MarquePageInsolite, in modo da permettere ad altre realtà ma anche agli appassionati del mondo del libro a condividere i propri segnalibri più strani.
A pochi giorni dall’inizio della mostra fisica così
anche altre biblioteche stanno supportando l’iniziativa, condividendo sui social la propria piccola collezione di segnalibri dimenticati.
I bibliotecari poi si sono detti disposti a restituire i segnalibri ai legittimi proprietari, qualora qualcuno riconoscesse il proprio dimenticato in un prestito di anni prima. Potrebbe essere il caso di questa lettera datata 1972:
Un’iniziativa di cui prendere nota anche come operazione di successo su un altro fronte: proprio per il tema spendibile sul lato comunicazione, la mostra permette di avvicinare un pubblico di lettori (anche occasionali) che non è abituato a frequentare una biblioteca pubblica e di usufruire dei suoi servizi. Visitare la mostra potrebbe così diventare un modo anche per conoscere le altre iniziative della biblioteca come luogo di cultura: presentazioni, gruppi di lettura, laboratori per tutte le età.
Laureata in Filologia, mi sono poi specializzata e ho lavorato in comunicazione, approdando infine al Master in Editoria della Fondazione Mondadori. Oggi mi occupo di editoria digitale e accessibilità in Fondazione LIA, e collaboro col Giornale della libreria. Sono interessata a tutto ciò che è comunicazione della cultura, nuovi media, e mi affascinano gli aspetti più pop e innovativi del mondo del libro.
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