Da alcuni mesi in Francia si sta discutendo la possibilità di introdurre una tassa per gli eventi di lettura in luoghi pubblichi, una proposta che chiama in causa il diritto d’autore delle opere lette, ma che d’altra parte muove l’indignazione di chi vede negli eventi di lettura ad alta voce un mezzo di promozione della lettura soprattutto tra i più giovani e che, quindi, non andrebbe tassato.
Ad avanzare la proposta è stata in prima battuta
SCELF, la Société civile des éditeurs de langue française, che si occupa di rappresentare oltre 300 editori francesi. Dopo essersi fatta carico dei diritti di rappresentanza gestiti fino a un anno fa da dalla Société des auteurs (
Sacd), Scelf ha deciso di mettere ordine in materia di
diritto d’autore nel caso delle letture in luoghi pubblici, pubblicando
una serie di norme e di tariffe valide per i diversi casi.
Scelf specifica che la tassa sulla lettura non riguarda comunque le scuole, dove i momenti di lettura ad alta voce rientrano nell’accezione pedagogica. A dover invece corrispondere un pagamento sarebbero le biblioteche municipali, per le quali le letture pubbliche rientrano nella categoria dell’intrattenimento (tranne per i casi in cui vengono coinvolte le scuole, prevedendo quindi un esonero).
La prospettiva che questa decisione possa essere approvata anche dalle istituzioni muove la protesta di molti nel mondo del libro. Bibliotecari e biblioteche in prima istanza, ma anche di tutte le associazioni volontaristiche che promuovono la lettura attraverso eventi di lettura in pubblico. Ma a essersi indignati del costo minimo di 30 euro imposto per le letture sono stati anche molti autori, spinti dal collettivo Shéhérazade a firmare una petizione contro la decisione di Scelf (arrivata ora a 25 mila firme).
Quella della lettura ad alta voce per un pubblico è una
pratica molto diffusa in Francia, tanto da aver trovato simbolicamente un suo momento di riconoscimento nazionale nell’iniziativa
Nuit de la lecture. Un evento esteso su tutto il territorio nazionale e quest’anno alla sua seconda edizione, prevista per la sera del 20 gennaio con migliaia di eventi in libreria e in biblioteca. Padrino della Nuit è
Daniel Pennac, e non è certo un caso visto che
dei suoi celebri Diritti del lettore la lettura ad alta voce occupa il nono posto: chiamato in causa sulla questione, lo scrittore si è detto indignato dalla possibilità di tassare questa tipologia di eventi, che rientrano nel «diritto di rappresentazione». Già nel 1999 Pennac si era schierato contro la proposta di tassare il prestito bibliotecario, ora allo stesso modo considera questa tassazione ingiusta, dicendosi «sempre a favore della
gratuità assoluta del libro in biblioteca».
Il ministero si è mosso garantendo che le biblioteche aderenti alla Nuit de la lecture non avrebbero dovuto pagare alcuna tassa per la manifestazione. La posizione delle istituzioni è stata chiarita soltanto negli ultimi giorni, quando anche la ministra della cultura
Francoise Nyssen ha rilasciato
alcune dichiarazioni a sostegno del principio di gratuità delle letture pubbliche, un diritto che deve estendersi tutto l’anno.
Tuttavia, Scelf nell’emettere un tariffario si è mossa nel rispetto della legge francese, e in particolare appoggiandosi a un articolo del Codice della proprietà intellettuale. Rimane perciò l’ambiguità, e alcune biblioteche già si lamentano di essersi viste recapitare delle fatture per le letture fatte negli scorsi mesi.
In un clima di confusione generale perdurato mesi ed esploso con vigore a inizio anno, il mondo del libro francese si aspetta al più presto una presa di posizione decisa da parte del ministero, attraverso una legislazione specifica che possa garantire almeno l’esonero delle biblioteche da questo tipo di tassazione. Una mossa che significherebbe appoggiare sostanzialmente la lettura e la sua promozione, e necessaria se non si vuole rischiare una messa in crisi dei valori e dei diritti su cui si fondano le biblioteche pubbliche.
Laureata in Filologia, mi sono poi specializzata e ho lavorato in comunicazione, approdando infine al Master in Editoria della Fondazione Mondadori. Oggi mi occupo di editoria digitale e accessibilità in Fondazione LIA, e collaboro col Giornale della libreria. Sono interessata a tutto ciò che è comunicazione della cultura, nuovi media, e mi affascinano gli aspetti più pop e innovativi del mondo del libro.
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