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Sostenibilità

La sostenibilità lungo la filiera del libro: tra carta e «best practice» di editori italiani ed europei

di Elisa Buletti notizia del 9 dicembre 2023

Nei giorni in cui a Dubai si svolge la COP 28, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2023, anche a Più libri più liberi uno dei grandi temi affrontati è stato quello della sostenibilità. L’incontro I pilastri della sostenibilità lungo la filiera del libro ha visto la partecipazione di Massimo Medugno (direttore generale di Assocarta), Samuele Cafasso (Giornale della Libreria) ed Enrico Turrin (vicedirettore della FEP – Federation of European Publishers) a cura dell’Associazione Italiana Editori in collaborazione con Aldus Up.

Il Gruppo Piccoli editori di AIE è impegnato da diverso tempo in un percorso di mappatura di quello che sta succedendo nell’editoria europea e nazionale in tema di sostenibilità, per individuare le best practice e implementarle nelle proprie attività.
Ma partiamo dalla carta, fulcro dell'industria editoriale: quali sono i costi ambientali della produzione della carta e in che modo una produzione sostenibile può aiutare a ridurre l’impronta ecologica? «L’invenzione stessa della carta ha risposto all'esigenza di rendere la cultura, l’industria, la stampa più sostenibili. La carta ha un grande vantaggio, quello di provenire da una fonte naturale e rinnovabile, che è la foresta, e ha saputo nel tempo ottimizzare questa tecnologia con il riciclo» ha spiegato Massimo Medugno che ha presentato alcuni dei dati dell’industria cartaria italiana del 2022. 
Il settore conta 19 mila addetti, un fatturato importante di 11,15 miliardi di euro, 153 stabilimenti e 119 imprese. Secondo i dati di Assocarta, le materie prime utilizzate per la realizzazione della carta sono fibre rinnovabili e riciclabili per il 53,7%, per un totale di 5.394.000 tonnellate; fibre vergini per il 31,7% – oggi quasi interamente dotate di certificazione forestale FSC o PEFC e vediamo sempre più queste certificazioni anche sui libri –; e materie prime non fibrose per il 14,6%. Al primo posto tra gli impieghi della carta abbiamo la fabbricazione di cartone ondulato (45%), poi gli imballaggi (23,2%) – che per l’85% vengono riciclati –, a seguire il settore editoriale (20%), gli usi igienico-sanitari (7,5%) e altri utilizzi (4%).

Come si sta muovendo l’industria della carta verso la sostenibilità? «Il riciclo comporta di per sé un abbattimento dell’impatto energetico e quindi delle emissioni. Altre misure adottate finora nell’industria della carta riguardano la riduzione di un terzo dei consumi energetici negli ultimi venticinque anni, conseguenza delle politiche energetiche europee ma anche di quelle che le aziende stanno attuando, e l’impiego dell'acqua che è stato dimezzato» conclude Medugno.

Parlando di libri nello specifico, i dati dell’ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori, in collaborazione con il Gruppo Piccoli editori, mostrano un calo significativo nel corso degli anni delle copie stampate: nel 2010 si stampavano 213,5 milioni di copie, oggi siamo a 198 milioni. Per contro, solo tra il 2019 e il 2022 c’è stata una crescita delle vendite pari a 13,2 milioni di copie: ciò è stato possibile grazie alle innovazioni tecnologiche del settore editoriale, ovvero la possibilità di stampare un titolo in un numero di copie più vicino a quelle effettivamente vendute, per merito dei sistemi di stampa digitale e di una migliore gestione delle informazioni di vendita dei libri che permettono di tarare le tirature.
È stata realizzata anche una stima della quantità di carta utilizzata nell'editoria: nonostante si vendano più copie, i dati mostrano come ci sia una lieve diminuzione della quantità di carta utilizzata per la produzione di libri. La carta utilizzata per i libri è in grandissima parte certificata e gli editori che pubblicano i bilanci di sostenibilità arrivano alla quasi totalità, ma per tutto il settore il dato si aggira intorno al 90-95%. A crescere, invece, è stato l’utilizzo di carta per gli imballaggi, perché gli editori hanno ridotto quelli non riciclabili a favore di quelli riciclabili.

L’incontro è stato anche l’occasione per analizzare alcune buone pratiche degli editori italiani – soprattutto medio-piccoli –, in alcuni casi già messe in atto da anni.
Il primo aspetto preso in considerazione è stato l'utilizzo di carte certificate ecologiche, particolarmente significativo tra gli editori. Tra i vari casi, emerge quello di Wetlands, piccolo editore con sede a Venezia che utilizza per la produzione dei suoi libri una carta ricavata dalle alghe: una scelta che, oltre a essere ecologica, richiama anche l’identità della casa editrice che pubblica storie inerenti a Venezia e sullo sviluppo della laguna.
Un’altra questione riguarda la riduzione degli sprechi di materiale in redazione. Molti editori, come ad esempio Sonda e Interlinea, hanno scelto di bandire all’interno degli uffici le capsule del caffe, o ancora fanno uso di distributori d’acqua per diminuire il consumo di bottiglie.
La sostenibilità viene anche abbracciata nei programmi editoriali. Da Sonda, a Wetlands, ma anche Ediciclo – casa editrice che si occupa di guide di viaggio e guide al turismo sostenibile – Nottetempo, Sergio Bonelli Editore, sono tutti esempi di case editrici che hanno scelto di dedicare collane o singoli titoli alle tematiche ambientali, aumentando il livello di attenzione e responsabilità del lettore.
Un altro aspetto ancora riguarda la riduzione delle emissioni energetiche: oggi è possibile fare riferimento a produttori di energia che forniscono energie rinnovabili e diversi editori seguono questa strada. Infinito Edizioni, per citare un caso particolare, si è dotato di impianti fotovoltaici sul tetto delle proprie sedi per produrre autonomamente energia.
Iperborea ha attuato, invece, un approccio coordinato globale, mettendo in atto tutte le buone pratiche citate finora e incentivando fortemente lo smartworking, che riduce i consumi e consente di diminuire l’impatto dei trasporti utilizzati dai dipendenti, così come l’utilizzo di trasporti ecologici come la bicicletta o i treni al posto degli aerei, quando è possibile.

Allargando il focus all’Europa, Éditions de La Martinière è una casa editrice francese che ha creato un proprio marchio, Yliga, che porta avanti delle politiche di sostenibilità molto avanzate: i libri del marchio trattano di tematiche ambientali, sono costruiti secondo un formato che spreca meno carta possibile – carta che è, rigorosamente, certificata –, inchiostri vegetali, tipografie vicine ai magazzini e una comunicazione essenzialmente digitale.
Oekom è invece una casa editrice tedesca che, oltre a tutta una serie di politiche già citate finora, ha creato una certificazione, Angelo Azzurro, che invita tutti gli editori a aderire a delle buone pratiche e, grazie a un lavoro con la Frankfurter Buchmesse, ha definito degli standard di sostenibilità per aiutare gli editori che vogliono muoversi verso uno sviluppo più sostenibile.

Enrico Turrin della Federazione degli editori europei ha parlato poi dell’impegno di FEP in campo sostenibilità e degli editori europei in generale, presentando i dati di un'indagine sulla consapevolezza e le pratiche attuate realizzata su un campione di 60 editori e 11 associazioni di editori europei fra i membri FEP.
«Dai nostri dati, emerge che le pubblicazioni in carta rappresentano l’84% del fatturato degli editori di libri. Il digitale è più un tema di dibattito che altro, la carta non sta sparendo e i lettori vogliono leggere in cartaceo» ha spiegato Turrin.

«La grande maggioranza dei partecipanti all’indagine è almeno in parte o molto consapevole delle tematiche ambientali. Questo è un cambiamento che ho visto personalmente, quindici anni fa neanche si parlava del termine sostenibilità in senso ambientale, adesso è fondamentale» continua Turrin. Non solo c’è consapevolezza, ma anche approccio pratico: due terzi degli editori e tre quarti delle associazioni stanno lavorando attivamente sulla sostenibilità e una parte importante lo farà a breve.

Tra gli obiettivi a livello ambientale, quello più citato riguarda l’uso di carta certificata, seguito dalla riduzione delle emissioni, l'aumento dei tassi di riciclo e l'utilizzo di energie rinnovabili. Le principali difficoltà che gli editori incontrano nel migliorare il loro approccio alla sostenibilità sono, secondo l’indagine, il consumo di carta – l’elemento più citato, con il 39% –  la distribuzione (29%), le emissioni (21%), gli inchiostri (18%). Tra le barriere operative, gli editori percepiscono una mancanza di supporto delle autorità pubbliche.

Le azioni concrete che stanno mettendo in atto gli editori riguardano la carta certificata e riciclata, la riduzione delle emissioni, la stampa locale, il print on demand, la riduzione degli imballaggi, il calcolo delle emissioni e un impegno nel raccogliere e condividere informazioni sulle best practice. Le rese sono un altro punto cruciale: una buona parte degli editori partecipanti è riuscita ad arrivare a un livello di rese piuttosto ridotto.

Per concludere, l'incontro si è soffermato sugli sviluppi legislativi che avranno un impatto sulla sostenibilità nel settore editoriale. Fra questi, il più importante è il Regolamento deforestazione che entrerà in vigore nel 2025 e vuole proibire l’entrata nel mercato europeo di prodotti che vengono da materie prime che provengono da aree di deforestazione. Per la filiera del libro, ciò significherebbe tracciare nel dettaglio la provenienza della carta utilizzata.

L'autore: Elisa Buletti

Laureata in Lettere all’Università degli Studi di Verona, ho conseguito il master Booktelling, comunicare e vendere contenuti editoriali dell’Università Cattolica di Milano che mi ha permesso di coniugare il mio interesse per i libri e l’intero settore editoriale con il mondo della comunicazione digital e social.

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