Febbraio si sta rivelando un mese particolarmente significativo per la difesa del diritto d’autore in Spagna. La prima notizia in ordine di tempo è il raggiungimento di un accordo della durata di quattro anni tra il ministero della cultura e dello sport spagnolo e CEDRO (Centro Español de Derechos Reprográficos), la principale associazione a tutela della proprietà intellettuale nel Paese. L’ambizione è quella di promuovere una nuova legge sul patrimonio storico, che includa tra le proprietà da proteggere, per l’appunto, quella intellettuale. All’interno di un piano nazionale di promozione della lettura, di sviluppo delle biblioteche e di stimolo alla creazione letteraria, CEDRO organizzerà attività di sensibilizzazione sull’importanza del tema. Se è vero che, per usare le parole del ministro José Manuel Rodríguez Uribes, «la lettura è un diritto fondamentale dei cittadini e degli autori», senza il rispetto delle opere e dei loro artefici non c’è alcun futuro in cui poterlo esercitare.
L’accordo però più interessante in prospettiva è un altro, siglato pochi giorni fa tra la stessa CEDRO e ANELE (Asociación Nacional de Editores de Libros y Material de Enseñanza de España), ente che riunisce le case editrici di scolastica spagnole. La collaborazione tra le due associazioni è figlia della pandemia e si pone l’obiettivo di dare vita a un ambiente digitale sicuro nel quale poter sviluppare le competenze digitali della comunità scolastica, nel rispetto del diritto d’autore. Nella misura in cui la didattica a distanza ha rivestito e riveste un ruolo così cruciale (secondo uno studio di ANELE l’accesso a contenuti educativi online è cresciuto del 250% rispetto al 2019, con punte del 350% durante il confinamento) urge ideare soluzioni tecnologiche che permettano un uso responsabile di contenuti educativi di qualità, tali da scoraggiare il diffondersi di plagi e copie pirata.
Lo strumento principale che permetterà di ottenere i risultati prefissati si chiama SAR (Servicio Automático de Reporte): ANELE incorporerà il suo catalogo in questa applicazione, sviluppata da Cedro, capace di identificare qualunque uso digitale delle opere indicizzate sul suo portale, per evitare ogni uso indebito. Si tratta di un passaggio decisivo per la scolastica spagnola, se si considera che le case editrici affiliate ad ANELE rappresentano oltre il 90% del mercato.
È il direttore generale di CEDRO, Jorge Corrales, a sottolineare come autori ed editori abbiano il compito, congiuntamente con le autorità educative, di favorire l’integrazione di alunni e insegnanti nella società digitale. Occorre fare sì che studenti e professori acquisiscano le competenze legate non solo all’accesso all’informazione, ma anche alla creazione di contenuti, in un quadro di buone pratiche in materia di proprietà intellettuale.
L’ultimo punto che merita di essere enfatizzato è che l’iniziativa recepisce la nuova legge sull’educazione spagnola (la cosiddetta ley Celaá, approvata lo scorso novembre): il sistema scolastico non era pronto per la didattica a distanza, il che ha portato il governo non solo a definire un piano emergenziale più efficiente, ma anche a insistere sulla formazione digitale dei docenti. Inoltre, è la legge stessa a prevedere che gli strumenti messi a disposizione degli alunni dagli istituti vengano utilizzati nel pieno rispetto di quanto previsto dalla normativa vigente sul diritto d’autore.
La creazione di un ambiente sicuro rappresenta in primo luogo una battaglia culturale: è bene che gli studenti di oggi – gli universitari di domani – non vedano nel plagio o nelle copie illegali una strada consentita all’interno del sistema dell’istruzione, che non prendano familiarità con questi fenomeni e che soprattutto li considerino per quello che sono, vale a dire dei reati. Insegnanti preparati sull’argomento possono formare cittadini responsabili, affinché questi crescendo non contribuiscano ad alimentare un giro d’affari che ogni anno sottrae, in Italia, oltre mezzo miliardo all’editoria.
Dottorato in filosofia a Firenze, Master in editoria di Unimi, Aie e Fondazione Mondadori. Attualmente lavoro presso l'Ufficio studi Aie. Mi interessano i dati della filiera editoriale e le loro possibili interpretazioni.
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