Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, inaugurando giovedì 9 maggio il Salone del libro di Torino, aveva dichiarato di credere nella centralità del libro scolastico nei processi di apprendimento.
L’Associazione Italiana Editori e l’Associazione Librai Italiani, in un convegno organizzato sabato 11 maggio sempre al Salone, hanno dato le coordinate entro cui questa centralità può essere realizzata nei fatti, superando ostacoli che minano il diritto allo studio soprattutto delle fasce di popolazioni più povere.
«Il punto di partenza – hanno spiegato il presidente del Gruppo Educativo di AIE Paolo Tartaglino e il presidente di ALI Paolo Ambrosini – è il riconoscimento del libro scolastico come strumento centrale per l’apprendimento e veicolo di saperi e promotore di lettura». Le due associazioni, hanno ricordato entrambi i presidenti, non sempre sono state allineate in passato sui temi del libro scolastico. Ma la base da cui si parte è la stessa: da una parte il riconoscimento del diritto allo studio come fondamento costituzionale da attuare, dall’altra il riconoscimento delle difficoltà comuni che affronta oggi tutta la filiera per mancanza di adeguamento delle norme di riferimento.
AIE ed ALI chiedono in particolare che il fondo per l’acquisto dei libri di testo da parte delle famiglie in povertà assoluta sia incrementato dagli attuali 133 milioni a 170 milioni per coprire tutti gli aventi diritto e che tutte le famiglie possano detrarre fiscalmente la spesa, come succede per le spese sanitarie o l’attività sportiva dilettantistica dei figli.
Oltre il 95% dei libri adottati nelle scuole è oggi disponibile nella doppia versione cartacea-digitale e, a partire dalla pandemia, gli editori hanno ulteriormente incrementato l’impegno verso scuole e docenti per fornire loro strumenti tecnologici per la didattica in remoto e su piattaforme digitali. D’altro canto, la rete delle librerie e cartolibrerie svolge una importante funzione sociale di primo contatto tra scuole e famiglie.
L’intervento a sostegno delle famiglie consentirebbe, spiegano Tartaglino e Ambrosini, «di affrontare i molti altri nodi che sono aperti sul fronte e che minacciano la sostenibilità della filiera, a partire dal tema dei tetti di spesa previsti per i libri adottati nelle scuole che, nati a tutela delle famiglie ma fermi dal 2012 (nel frattempo i prezzi sono cresciuti di oltre il 20%, fonte Istat), sono diventati un limite anche all’attività didattica, come in passato ha ricordato anche l’Associazione Nazionale Presidi, dato che le scuole per rispettarli sono talvolta costrette a non adottare alcuni testi, privando docenti e studenti del loro prezioso supporto».
I due presidenti hanno sottolineato come ad oggi sono molte le scuole che non adottano libri di alcune materie per non sforare i tetti. Altre scuole indicano nell’adottato solo il testo digitale, ma poi richiedono comunque il cartaceo, alimentando così disallineamenti tra le tirature e l’effettiva richiesta. Ad ogni modo, manca all’appello dei libri acquistati ogni anno un 7-8% di copie, non acquistate da chi non se le può permettere.
Il motivo è semplice: quando nel 1999 fu avviato il fondo per l’acquisto di libri di testo da parte delle famiglie bisognose, tale fondo era pari all’equivalente di 103 milioni di euro e copriva tutte le famiglie in povertà relativa. Oggi, i 130 milioni di euro, non bastono a coprire nemmeno le famiglie in povertà assoluta. Ne servirebbero almeno 170, addirittura 380 se si volesse coprire tutte le famiglie in povertà relativa, come era nel 1999. C’è poi un problema drammatico di burocrazia: tra governo, ministeri, Regioni e Comuni, ci sono tredici passaggi per far arrivare i soldi alle famiglie. In alcuni territori del Paese, i rimborsi arrivano oltre un anno dopo l’acquisto. Semplificare questa catena è indispensabile, così come lo è una campagna di comunicazione verso le famiglie che spesso non conoscono le misure a cui possono accedere se in difficoltà.
Sono nato a Genova e vivo a Milano. Giornalista, già addetto stampa di Marsilio editori e oggi di AIE, ho scritto per Il Secolo XIX, La Stampa, Internazionale, Domani, Pagina99, Wired, Style, Lettera43, The Vision. Ho pubblicato «Figli dell’arcobaleno» per Donzelli editore. Quando non scrivo, leggo. O nuoto.
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