Il governo statunitense ieri ha presentato lo «skinny budget», la versione leggera del vero bilancio che arriverà a maggio. Come paventato da quasi due mesi, la finanziaria proposta da Donald Trump per l’anno fiscale 2018 taglia i fondi per la National Endowment for the Arts (NEA), la National Endowment for the Humanities (NEH) e l’Institutes of Museum and Library Services (IMLS). Tre agenzie federali indipendenti che si occupano, rispettivamente, di sovvenzionare promettenti progetti artistici; di stimolare la ricerca e la didattica nell’ambito delle discipline umanistiche; di supportare biblioteche e musei con l’intento di garantire l’accesso ai cittadini all’informazione e alla cultura. NEA e NEH avevano ricevuto entrambe un budget da 148 milioni di dollari, mentre IMLS ne aveva ottenuti 230. Ai tagli proposti dal presidente, corrisponde un aumento del 10% per i fondi del Pentagono e del 7% per la Homeland Security, oltre a circa 3 miliardi stanziati per cominciare la costruzione del muro lungo il confine con il Messico.
Non è la prima volta che un presidente repubblicano minaccia con i suoi provvedimenti la sopravvivenza delle agenzie federali preposte alla tutela degli interessi culturali, eppure in passato i compromessi con il Congresso erano riusciti a salvaguardarle. Mentre oggi, stando alla percezione di molti media statunitensi, sarà difficile prevedere l’esito conclusivo della «battaglia dei budget», sia per la NEA che per le altre agenzie nazionali.
Jane Chu, a capo della National Endowment for the Arts, si è dichiarata «deluso» dalla richiesta di presentazione del budget pervenuta dal governo, perché i fondi dell’agenzia rappresentano uno strumento «che fa la differenza per individui di tutte le età e per le loro comunità di appartenenza». D’altronde si è messa al lavoro per fornire le specifiche dovute, con l’idea che fino a quando la finanziaria non passerà, la NEA lavorerà come di consueto.
La reazione degli ambienti artistici e culturali alla proposta di Trump non si è fatta attendere. Il comitato di rappresentanza LitNet ha definito il tentativo di smantellare la NEA inaccettabile: «Eliminando il finanziamento il governo ha di fatto dichiarato guerra alla libertà d’espressione, all’impatto che arte e cultura hanno sull’economia e al ruolo che giocano nei settori dell’istruzione, della salute e dell’innovazione». Contestualmente LitNet ha esortato i propri membri a contattare i loro rappresentati al Congresso e al Senato, per far sapere che si oppongono alla soppressione delle agenzie per la cultura.
Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi coordino il Giornale della libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
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