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Mercato

Regno Unito al voto. I programmi dei principali partiti per il mondo del libro

di Antonio Lolli notizia del 8 giugno 2017

Seggi aperti oggi nel Regno Unito per le elezioni generali anticipate, dopo una campagna elettorale durata un mese e mezzo incentrata in particolare sulla lotta al terrorismo e la gestione della Brexit.  Il Paese, ancora scosso dai tre attentati terroristici che lo hanno colpito in rapida successione negli ultimi mesi, deve scegliere il prossimo inquilino di Downing Street tra l’attuale premier conservatrice Theresa May, il leader del partito laburista Jeremy Corbyn e il liberaldemocratico Tim Farron. In queste ultime settimane il vantaggio iniziale dei Tories si è progressivamente ridotto e i due principali partiti sono sempre più vicini.

Il mondo del libro, che già l’anno scorso si era dimostrato contrario alla Brexit, sembra schierato in modo abbastanza netto per i Labour. Un sondaggio realizzato da «The Bookseller» sulle intenzioni di voto del settore infatti vede il partito di Corbyn in testa con il 64,1% delle preferenze, seguito dai liberaldemocratici con il 15,7% e il partito conservatore che si ferma al terzo posto con il 13,1%. È interessante sottolineare che il 24,4% di coloro che hanno risposto al sondaggio hanno affermato che la Brexit ha influito molto sulle loro intenzioni di voto: una percentuale che un mese e mezzo fa era del 33%.

Tutti e tre i partiti hanno discusso e individuato proposte per lo sviluppo del mondo del libro e delle industrie creative in generale, tra cui per esempio l’introduzione di contributi speciali, la riduzione della tassazione e la creazione di progetti a sopporto delle realtà attive nel settore.

Il partito laburista si è impegnato in caso di vittoria a istituire un fondo di un miliardo di sterline – il Cultural Capital Fund – destinato ai settori creativi e al sostegno della produzione letteraria, musicale e teatrale. Come ha commentato Corbyn, lo scopo è «aiutare il Paese a mantenere il proprio ruolo di centro culturale e creativo nell’era digitale». Il partito si è impegnato anche a porre fine ai tagli dei fondi agli enti locali destinati allo sviluppo di biblioteche, musei e gallerie e a mantenere l’aliquota IVA dello 0% per i libri.

Dall’altra parte, il programma di Theresa May scende meno nel dettaglio, ma promette un sostegno alle realtà culturali, in particolare quelle attive al di fuori della città di Londra (per favorire quindi lo sviluppo delle zone meno urbanizzate), e mira ad assicurare un «robusto» sistema di protezione della proprietà intellettuale quando il Regno Unito avrà completato il processo di uscita dall’Unione Europea. Uno degli obiettivi del programma è anche quello di realizzare le infrastrutture digitali e i servizi necessari a un ulteriore crescita delle industrie creative, oltre all’introduzione di incentivi e di sistemi di tassazione agevolata, come il Creative Sector Tax Relief istituito nel 2012.

Il partito liberaldemocratico, da sempre contrario alla Brexit, vede nell’uscita dall’Unione Europea una fonte di preoccupazione per lo sviluppo del settore e promette di mantenere gli standard attuali di protezione della proprietà intellettuale, continuando a collaborare con l’Europa per gli obiettivi del settore. Il programma infine prevede la creazione di creative enterprise zones: un progetto che ha lo scopo di incentivare la produzione culturale in tutte le aree del Paese e la riduzione della tassazione per le piccole imprese.

Il risultato definitivo delle elezioni sarà reso noto domattina, ma già alle 23 di stasera, alla chiusura dei seggi, saranno comunicati i primi exit polls.

L'autore: Antonio Lolli

Redattore scientifico iscritto all'ordine degli ingegneri della provincia di Modena. Dopo la laurea in Ingegneria e l’esperienza di ricerca in ambito accademico svolta presso l’Università di Bologna, ho frequentato il master in editoria dell'Università Cattolica di Milano e ho lavorato diversi anni alla redazione del Giornale della libreria. Seguo il mondo editoriale nelle sue diverse sfaccettature, con particolare interesse per il confronto tra le realtà dei diversi Paesi del mondo e per le ultime novità dal punto di vista produttivo e tecnologico.

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