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Mercato

L’editoria tedesca chiude in negativo il 2022 e le librerie fisiche sono ancora lontane dai valori del 2019

di Bruno Giancarli notizia del 18 gennaio 2023

Attenzione, controllare i dati.

Il Börsenverein des Deutschen Buchhandels, l’Associazione degli editori e librai tedeschi, ha appena diffuso i dati dell’andamento dell’editoria in Germania nel 2022 nei canali trade, elaborati da Media Control: -2,1% a valore e -3,0% a copie rispetto al 2021. Il confronto con il 2019 recita -1,3% a valore e -6,6% a copie. Prosegue quindi l’aumento del prezzo medio del venduto (+0,9% rispetto al 2021, ma +5,7% rispetto al 2019), per quanto sia largamente al di sotto del valore dell’inflazione tedesca (+7,9%: la più alta degli ultimi 70 anni). Nell’osservare i dati del 2022 va sempre tenuto presente che la Germania è forse l’unica tra le grandi editorie mondiali a non aver conosciuto un boom nel 2021 (per quanto il +3,5% dell’anno passato abbia rappresentato la crescita più alta degli ultimi 15 anni), il che pone i confronti tra i due anni su un piano diverso rispetto a quanto sarà osservabile nei casi per esempio di Italia, Francia e Stati Uniti.


Un aspetto che emerge chiaramente dall’osservazione dei dati è che le librerie fisiche sono sempre riuscite a registrare dei dati migliori di quelli generali del trade: in ogni mese cioè o sono cresciute più della media o sono state in grado di contenere meglio le perdite. Nel complesso, il 2022 è stato caratterizzato da insoliti picchi nella prima parte dell’anno: com’è facile immaginare, essi dipendono dalle chiusure delle librerie del 2021 di gennaio, febbraio e, in alcuni Länder, aprile, oltre che dal diverso giorno in cui è caduta la Pasqua, il che si è tradotto in un gennaio e un febbraio in cui il mercato è cresciuto rispettivamente del 20,6% e del 9,9%, mentre le librerie addirittura del 64,2% e del 34,4%. Numeri simili sono in larga parte responsabili del contenimento delle perdite nel 2022 per il trade e del +4,8% per le librerie fisiche. Osservando il grafico si potrebbe pensare che il 2022 sia stato un anno positivo per le librerie, visti gli ottimi valori registrati nella prima parte dell’anno e un mese di dicembre con un incoraggiante +5,6%. In realtà il bicchiere è pieno solo a metà. Nel 2021 le librerie fisiche avevano perso oltre 500 milioni rispetto al 2019 e anche i valori del 2022 sono ancora largamente al di sotto dell’ultimo anno normale: il confronto recita infatti -7,3% a valore e -12,6% a copie, con un aumento del prezzo medio del venduto addirittura del 6,1%.


L’andamento dei generi in Germania ha alcuni elementi comuni con quanto sta accadendo in Italia, cioè un tendenziale aumento di importanza della narrativa a discapito della saggistica, come avevamo visto in occasione di Più libri più liberi. In Germania la narrativa per adulti e i libri per bambini (generi che sommati rappresentano circa la metà del mercato) pur in un anno di contrazione del mercato sono cresciuti rispettivamente del 10% e del 5%. Il calo del 2022 dipende infatti dalla non-fiction, tanto da quella generale (-5,7%) quanto da quelle specialistiche. La contrazione c’era già stata anche nel 2021, anno in cui ogni genere diverso dalla narrativa e dai libri per bambini o era in calo o era cresciuto meno della media. Il fatto che la contrazione sia particolarmente pronunciata nelle specialistiche è inoltre una spia del fatto che anche l’editoria accademico-professionale ha con ogni probabilità attraversato un 2022 particolarmente difficile.

Per i dati complessivi occorrerà probabilmente attendere la seconda parte dell’anno, in particolare per quanto riguarda l’editoria non trade, il digitale e la produzione, ma resta possibile inferire alcuni risultati in misura indiretta. Il fatto che, in un anno che segna un -2,1%, i libri hardcover/brossurati hanno perso il 3,6% nel 2022 mentre il tascabile ha guadagnato il 3,5% può significare che anche nel 2022 il numero di novità pubblicate non sia aumentato in maniera significativa o che addirittura sia diminuito, un elemento che aveva del resto caratterizzato anche il 2021. Inoltre, se questa dinamica tra i formati si manifesta in un contesto tale per cui aumenta il prezzo medio del venduto è plausibile che ad aumentare sia stato anche il prezzo alla produzione: la ricaduta in tascabile delle prime edizioni del 2022 potrebbe cioè essere avvenuta a prezzi più alti di quanto avvenisse negli anni precedenti. Non va del resto dimenticato che la Germania ha conosciuto nel corso del 2022 gli stessi problemi che hanno caratterizzato e continuano a funestare le altre editorie europee: aumento dei prezzi della carta, colli di bottiglia nella logistica, aumento dei costi energetici e inflazione.

        

L'autore: Bruno Giancarli

Dottorato in filosofia a Firenze, Master in editoria di Unimi, Aie e Fondazione Mondadori. Attualmente lavoro presso l'Ufficio studi Aie. Mi interessano i dati della filiera editoriale e le loro possibili interpretazioni.

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