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Mercato

Fermata (per ora) la seconda ondata di dazi Usa sui libri stampati in Cina

di Andrea Collivignarelli notizia del 17 dicembre 2019

Il secondo round nella guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina si doveva svolgere domenica 15 dicembre, con una serie di dazi incrociati, dalle auto e dal mais statunitense all’elettronica di consumo e ai giocattoli prodotti in Cina. E ai libri, ancora.

Difatti, con la prima tornata di dazi scattata il 1° settembre, la quasi totalità dei libri stampati in Cina è stata colpita da una imposta del 10% (che, prima delle proteste della filiera editoriale Usa, doveva essere del 25%): il rincaro ha coinvolto i titoli dei settori trade, dell’educativo e del professionale, con le sole eccezioni dei libri per bambini, da colorare e da disegnare e dei testi religiosi, la cui tassazione era stata rimandata a domenica scorsa.

La sospensione segue la tregua e le trattative in corso in questi giorni fra le due maggiori economie mondiali per risolvere le tensioni commerciali che proseguono da più di diciotto mesi, e rasserena gli editori di testi religiosi e di libri per l’infanzia. Proprio queste tipologie di pubblicazioni sarebbero state le più colpite dall’imposizione di dazi: i formati, la carta, le copertine, la stampa in quadricromia di questi prodotti richiedono costi di produzione più elevati rispetto ai tradizionali libri trade; se questi libri fossero stampati negli Usa, è il timore degli editori statunitensi, il prezzo diventerebbe proibitivo. Tanto che alcune associazioni di editori cristiani temevano di dover smettere di stampare Bibbie, se non a prezzi che molti clienti non si sarebbero potuti permettere:  il 50% delle Bibbie statunitensi viene dalla Cina, e gli stampatori americani che offrono prezzi e qualità simili a quelli cinesi non riescono a venire incontro alla domanda.

Mentre il pericolo di una tassazione ulteriori su questi prodotti è per ora scongiurato, restano ancora in piedi i dazi di settembre su merci per 300 miliardi di dollari (fra le altre categorie di libri), che, a detta del presidente Trump, servono come leva nelle trattative con Pechino.

“Applaudiamo l’amministrazione Trump per star stringendo un accordo commerciale con la Cina, riducendo o sospendendo alcuni dazi sui libri americani” ha detto Maria Pallante, presidente e CEO dell’Association of American Publishers. “Miriamo alla rimozione di tutti i dazi sui libri – riportandoci alla tradizionale politica statunitense di non imporre dazi sui materiali educativi, scientifici e culturali”.

L'autore: Andrea Collivignarelli

Dopo essermi laureato in Lettere all’Università degli Studi di Milano, ho intrapreso il master in Editoria di Fondazione Mondadori, Unimi e AIE. Oggi collaboro presso la redazione del Giornale della Libreria e l’Ufficio studi di AIE, dove approfondisco il mio interesse per il mondo dei libri e della cultura, soprattutto nei suoi aspetti sociologici e di mercato.

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