In Brasile si chiude un’Olimpiade e si apre una fiera del libro! Se da una parte infatti domenica scorsa è calato il sipario sui Giochi che hanno tenuto gli occhi del mondo puntati su Rio de Janeiro, dall’altra domani aprirà i battenti la Biennale Internazionale del libro di San Paolo, giunta ormai alla ventiquattresima edizione. La fiera punta quest’anno ad accogliere 700 mila visitatori e rappresenta un momento di scambio fondamentale per editori, autori, lettori e professionisti del settore, in un Paese in cui viene avvertita sempre di più la mancanza di politiche strutturate mirate alla promozione della lettura. Soprattutto in un momento come questo, in cui il Brasile deve affrontare una delle più pesanti crisi economiche di sempre.
I numeri parlano chiaro: considerando la variazione dell’indice dei prezzi al consumo, le vendite di libri nel 2015 sono diminuite del 10,6% rispetto al 2014. Anche la produzione di libri ha registrato un calo a doppia cifra, pari a -10,8%. Secondo i dati del FIPE – Fundação Instituto de Pesquisas Econômicas – e del Sindacato nazionale degli editori di libri (SNEL), l’industria editoriale brasiliana l’anno scorso ha così prodotto 447 milioni di copie di libri, ne ha vendute 389 milioni e ha registrato un fatturato pari a 5,23 miliardi di real (circa 1,44 miliardi di euro).
L’anno scorso sono stati pubblicati 52.420 titoli – di cui 17.280 novità – con un calo del 13,8% rispetto al 2014 e con una tiratura media di 8.240 copie.
A causa della riduzione degli acquisti per scuole e biblioteche, è in crisi anche il settore bambini e ragazzi: nel 2015 sono state stampate 33,5 milioni di copie in meno rispetto all’anno precedente.
Nonostante questi dati negativi, i brasiliani confermano essere un popolo interessato alla lettura.
Il 56% della popolazione infatti si dichiara lettore, in aumento rispetto al 50% del 2011 – anno a cui risale l’ultima indagine nel Paese – con una media di 2,5 libri letti all’anno. Come avviene un po’ in tutti i Paesi, sono soprattutto le donne (59%) a dichiararsi interessate alla lettura, rispetto agli uomini (52%). I brasiliani leggono soprattutto libri di narrativa, poesia e testi religiosi, oltre a quelli scolastici.
Dal punto di vista dell’acquisto di diritti di edizione dall’estero, il primo partner del Brasile è la vicina Argentina, da cui è acquistato il 47% del totale dei diritti. Al secondo posto il Portogallo con il 20,4% del totale, grazie alla lingua comune tra i due Paesi. Seguono il Perù, il Giappone (anche per la presenza di una grande comunità giapponese a San Paolo) e al quinto posto il Messico, che ha sorpassato la Spagna per la prima volta nel 2015. Come affermato da Luis Antônio Torelli, direttore della Camera del libro brasiliana, l’interesse per l’acquisto di diritti di opere brasiliane è invece forte in Germania, Colombia, Italia e Francia, oltre che in Spagna e in Messico.
Redattore scientifico iscritto all'ordine degli ingegneri della provincia di Modena. Dopo la laurea in Ingegneria e l’esperienza di ricerca in ambito accademico svolta presso l’Università di Bologna, ho frequentato il master in editoria dell'Università Cattolica di Milano e ho lavorato diversi anni alla redazione del Giornale della libreria. Seguo il mondo editoriale nelle sue diverse sfaccettature, con particolare interesse per il confronto tra le realtà dei diversi Paesi del mondo e per le ultime novità dal punto di vista produttivo e tecnologico.
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