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Librerie

Nuove idee per la libreria: quando l'integrazione fisico-Web è possibile (e per una volta parla italiano)

di Lorenza Biava notizia del 3 dicembre 2014

Gli anni dieci del nuovo secolo saranno ricordati, nel mondo del libro, come gli anni della grande trasformazione: tanto digitale sì, ma anche la riscoperta del plus che solo il mondo fisico può dare. Se da un lato le quote di mercato dell’e-commerce (del libro fisico prima che di quello digitale) crescono ai danni delle librerie, gli store indipendenti e non solo, sono ormai da qualche anno al centro di un’intensa attività di rivalutazione volta a far riscoprire tutto ciò che gli algoritmi non possono dare (non a caso di qualche mese fa è la campagna virale #altrocheAmazon, nata dall’iniziativa di una libreria di Reggio Emilia).
Le librerie rimangono luoghi dove trovare, consigliati dal proprio libraio di fiducia, il libro giusto per le proprie esigenze, ma si sanno ormai trasformare in luoghi di aggregazione dove è bello trascorrere del tempo con i propri figli o semplicemente da soli, magari sorseggiando un caffè. Non è strano dunque che in Francia ma anche il Gran Bretagna e negli States, associazioni di categoria, grandi sigle editoriali o semplicemente gruppi di librerie indipendenti scelgano di implementare nuovi modi per fare sistema e valorizzare l’esperienza di acquisto fisica, soprattutto ricorrendo all’incredibile ventaglio di possibilità offerto dal Web e dai social network.
Se è vero che l’erba del vicino è sempre più verde non bisogna dimenticare che anche da noi esistono realtà che hanno messo al centro del proprio lavoro la rete delle librerie italiane. Un esempio è offerto da Goodbook, il portale creato dal distributore Centro Libri per sostenere librerie e cartolibrerie indipendenti, al quale hanno aderito ad oggi oltre 300 librerie in tutt’Italia e al quale abbiamo chiesto di raccontarci il suo modello.

Questi ultimi quattro anni sono stati molto difficili per il mondo del libro, ma accanto alle difficoltà la crisi ha portato anche cambiamenti e trasformazioni. Come avete visto cambiare la libreria e i librai in questi ultimi anni?
La crisi aguzza l’ingegno e l’esperienza di Centro Libri ci dice che sono i librai e cartolibrai più dinamici a confermarsi punto di riferimento per i propri clienti. Lo sono in modi differenti: affiancando al libro la vendita di prodotti complementari (prodotti non book selezionati in funzione della clientela), organizzando eventi per promuovere la lettura, movimentandosi sul Web. In merito al progetto GoodBook.it, se i cartolibrai rispondono da sempre positivamente, è soprattutto nell’ultimo anno che riscontriamo un crescente interesse anche da parte delle librerie. È un segnale positivo, ci auguriamo che anche in Italia i librai inizino a vedere il web come un’occasione per fare rete così come con Indiebound in America, con My Indipendent Bookshop in Inghilterra e leslibraires in Francia.

Le librerie/cartolibrerie di quartiere sono ancora importanti per la filiera del libro?
Se alla base di un’attività c’è la passione, le librerie e le cartolibrerie diventano più che importanti. Una buona libreria non si limita a consegnare un prodotto ma arricchisce l’esperienza della vendita con il proprio bagaglio di conoscenza, cultura e appunto passione. Il cartolibraio non vende una semplice lista scolastica ma offre un servizio professionale talmente completo e personalizzato da far impallidire i supermercati, se questi non utilizzassero la potente leva dello sconto. La filosofia di GoodBook.it è: «prenotate pure on line, sfruttatene la comodità ma poi tornate in libreria per concludere l’acquisto e ricevere i consigli del vostro libraio!».

Librerie ed editoria indipendente. Cosa pensate di questo binomio?
Riteniamo che sia fondamentale fare rete, a maggior ragione in questo periodo difficile per il mondo del libro. Tale binomio può funzionare con una collaborazione tra entrambe le parti. Proprio per incentivarlo, in GoodBook.it abbiamo creato una sezione dedicata all’editoria indipendente, per far scoprire ai privati un’editoria diversa e di qualità. Vuole essere un punto di partenza per una serie di collaborazioni con gli editori stessi: da campagne promozionali sul portale, ad eventi pensati ad hoc quali «ApeBook: l’editoria indipendente in tour». Il trucco è riuscire a trovare un modo accattivante per far conoscere tale editoria ai privati.

Cosa si può fare per aiutare le librerie a superare questo periodo di crisi?
È necessario sfruttare tutte le armi che abbiamo a disposizione, la rete è una di queste. Noi cerchiamo di sfruttarla a beneficio delle librerie e cartolibrerie indipendenti. Il privato può consultare comodamente da casa il nostro catalogo, che comprende tutti i libri in commercio e dvd, e scegliere dove far arrivare la propria prenotazione. Pagherà al momento del ritiro, senza spese di spedizione, direttamente al proprio libraio. In questo modo creiamo un rapporto diretto tra privato e libraio, GoodBook.it non è altro che il mezzo.

La rete e le nuove tecnologie sono una minaccia o un alleato per il libraio indipendente?
Se sfruttate bene possono diventare assolutamente un alleato! Abbiamo riscontrato talvolta diffidenza nell’uso della rete da parte del libraio, ma alle porte del 2015, nell’era di Amazon, non è più possibile continuare a volgere le spalle alla rete.

L'autore: Lorenza Biava

Volevo fare l'astronauta, poi il dottore, ma un giorno di settembre ho iniziato a scrivere e la passione è diventata professione. Dalla cronaca di una città di provincia agli ultimi trend del mercato editoriale internazionale ho scritto e interpretato ben più di 50 sfumature di inchiostro (e di pixel!). Sono nerd per vocazione, amante delle serie TV e dei super eroi.

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