
«I tuoi libri sempre con te», «Come la carta, anzi meglio!». Questi gli slogan con cui
Mondadori lancia gli e-reader di Kobo. L’accordo con la società nippo-canadese, siglato in estate (
Mondadori e Kobo, matrimonio in digitale) si concretizza oggi. Infatti, in 350 store Mondadori (e ovviamente sul sito Mondadori.it e su quello di Kobo) è in vendita il primo e-reader touch di Kobo a un prezzo di 99 euro. Gli altri modelli – Glo (129 euro) e Mini (79) – sono attesi per metà ottobre. Per incentivare le vendite Mondadori regalerà tre e-book per ogni dispositivo acquistato.
Insomma,
la sfida ad Amazon è aperta. A differenza del Kindle, il Kobo touch si appoggia su piattaforma Android ed è un sistema aperto: sullo stesso e-reader
si potranno leggere e-book di qualsiasi editore. Per Mondadori infatti, il vero affare non dipenderà tanto dalla vendita dei dispositivi, quanto da quella dei libri: il catalogo a disposizione ammonta circa a tre milioni di titoli, in 67 lingue e 60 mila in italiano (di cui 30 mila gratis).
Un’altra caratteristica che rende appetibili gli e-reader Kobo è poi la
sinergia coi social network. Ovvero la possibilità di condividere le proprie letture su Facebook o Twitter condividendo citazioni e pareri.
Se è vero che in Italia il mercato del libro digitale è ancora in fase embrionale i numeri, pur rimanendo piccoli, indicano un alto tasso di crescita. Negli Stati Uniti il fatturato del mercato del libro digitale ha raggiunto il 25% di quello complessivo. Mondadori cavalca l’onda puntando sulla società nippo-canadese che si è fatta conoscere ed apprezzare in pochi anni grazie alla sua filosofia del «read freely».
Ma questo non porterà ad una progressiva svalutazione dei punti vendita fisici? A questa domanda risponde, in un’intervista condotta da Bruno Ventavoli sulla «Stampa» di oggi,
Maurizio Costa (vicepresidente e amministratore delegato di Mondadori): «Il boom di Amazon ha portato alla crisi di grandi catene editoriali, facendone fallire alcune. Ma altre, come Barnes & Noble, si sono salvate cominciando a vendere un proprio reader, il Nook. Hanno capito che al fenomeno non ci si può opporre, bisogna cavalcarlo, integrare la carta con il digitale. Come stiamo facendo in Mondadori. Io credo che
i librai debbano vendere reader per attirare nuovi clienti nella convinzione che questi, guardandosi intorno,
acquistino anche libri cartacei. La libreria deve evolversi, non può restare una semplice teoria di scaffali ma trasformarsi in centro multimediale. Offrire servizi, un ancoraggio fisico alla comunità digitale, organizzare presentazioni di autori, aprire aree dedicate ai bambini, diventare insomma un luogo di incontro e socializzazione fisico, complementare all’agorà immateriale della rete».
E Amazon? A pochi giorni dal lancio del Kindle Paperwhite il colosso del retail on line non sembra dar segni di nervosismo. Il nuovo dispositivo ha un display e-ink retroilluminato per un’esperienza di lettura di qualità, maggiore velocità generale rispetto al Kindle Touch, un touchscreen più attivo e un software che consente una lettura più agile anche dei Pdf oltre che degli ePub.
Insomma, per il mondadoriano Kobo il gioco sarà duro. Ma non per questo impossibile.