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Librerie

Librerie fisiche vs store on line, che succede se arriva lo «showrooming»?

di E. Vergine notizia del 9 luglio 2013

Un report della Bookseller Association volto ad indagare le abitudini di consumo dei lettori inglesi ha evidenziato alcuni dati interessanti.
Il 63% degli acquirenti ammette di darsi, prima di comprare un libro, alla cosiddetta attività di «showrooming» e quindi di passeggiare per gli scaffali di una libreria fisica curiosando tra gli scaffali alla ricerca di un titolo interessante… da acquistare on line. Questa consuetudine, come emerge dal sondaggio condotto su un campione di 2.045 lettori inglesi, fa sentire in colpa principalmente i clienti più giovani, forse perché più adusi a sfruttare le librerie in questo senso: il 76% degli intervistati tra i 16 e i 24 anni ha infatti ammesso di scegliere nei punti vendita fisici i libri che in seguito compreranno on line, contro il 51,7% degli over 55 che confessano di fare la stessa cosa. E allora viene da chiedersi, come scrive Dennis Abrams su «Publishing Perspectives»:bookstores: for buying or showrooming?.
Probabilmente, finché le librerie conserveranno una funzione, sia pure quella di diventare luoghi di passaggio, deputati all’incontro e alla scoperta di titoli e autori, non saranno destinate a scomparire. Sempre Denis Ambrams scrive infatti che il 68% degli gli acquirenti inglesi afferma che le librerie rimangono ancora il posto migliore in cui trovare nuovi libri.
A scoraggiare i lettori dall’acquisto in loco sembra essere soprattutto la leva del prezzo: gli store on line riescono a vendere gli stessi titoli reperibili nei punti vendita fisici a prezzi più competitivi. Tuttavia, fortunatamente, non tutti i lettori la pensano così e c’è ancora chi associa le proprie abitudini di acquisto al valore percepito di un posto come la libreria e anzi, questo valore si conferma essere la leva principale che spinge all’acquisto di un libro. Così la pensa Madhubanti De sul «Times of India»  riportando le parole di una diciannovenne che trova unica proprio la possibilità, offerta dalla libreria, di mettere mille opzioni d’acquisto a portata di mano di chi la frequenta e che conclude citando un’altra giovane che, sul suo Facebook, a commento di una fotografia da lei postata di una libreria di seconda mano scrive: «Mostratemi un Kindle che profumi come questo posto».
Ovviamente non c’è bisogno di andare così lontano per trovare librerie con un’atmosfera romantica e piena di fascino. Solo pochi giorni fa, passeggiando per le afose strade di Milano mi sono imbattuta nella Libreria del Mondo Offeso che qualche mese fa ha cambiato sede spostandosi dalla storica sede di Moscova. Un’esposizione chiara e «user friendly» (per usare un’espressione tipica del mondo del Web) dei libri sugli scaffali, una libraia gentile e preparata, tavoli e sedie su cui fermarsi a sfogliare i titoli più interessanti o a discutere con gli altri clienti, una toilette (perché no?) a disposizione di chi entra, una caffetterie dove dissetarsi con una bibita fresca e, all’acquisto, viene offerto un sacchetto (gratuito) e «home made» per trasportare comodamente il proprio libro fino a casa. Una libreria come tante, ma in cui viene voglia di fermarsi, e che la gente in visita a Milano fotografa, assieme al Duomo e all’Arco della Pace. Che sia questa una delle tante formule possibili per contrastare i competitor digitali?

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