Il 20 luglio viene approvata dal Parlamento il Disegno di legge 2281/2011 «Nuova disciplina del prezzo dei libri» che pone un argine alle falle che si erano aperte nella precedente legge (2001) per effetto degli interventi legislativi che si erano succeduti tra il 2006 e il 2007 in materia di liberalizzazione delle attività promozionali che minava alla base la normativa che regolamentava gli sconti al «consumatore finale» di libri.
Tre i nuovi punti salienti: la vendita delle librerie on line viene riportata all’interno di uno sconto massimo del 15% (prima era libero ma si trattava anche di un mercato che nel 2001 valeva 2 punti percentuali e aveva bisogno di crescere e consolidarsi). Se si esclude il mese di dicembre, in cui abbiamo già un elevata concentrazione delle vendite di libri in tutti i canali, «agli editori è consentita la possibilità di realizzare campagne promozionali distinte tra loro, non reiterabili nel corso dell’anno solare, e di durata non superiore al mese» ma con uno sconto che non supera il 25%. Terzo aspetto tutti «i venditori al dettaglio», oltre a essere informati e decidere se aderire o meno, devono «essere messi in grado di partecipare alle medesime condizioni»: ovvero non saranno più possibili campagne promozionali realizzate su misura della singola catena come è avvenuto nel passato.
Soddisfatto Marco Polillo, presidente dell’AIE, che sottolinea come «Il testo della legge sia un buon punto di incontro in un mercato, quello dei libri, diventato ormai una giungla. La Levi evita infatti che un grande gruppo editoriale privilegi la sua rete distributiva, negando alla piccola libreria di usufruire delle promozioni. Così i piccoli editori avranno più spazio. Ma difende anche la grande catena dagli sconti selvaggi della vendita on line».