Se è vero che la lettura è un meccanismo appreso e non genetico nulla ci vieta di pensare che un domani (molto vicino) la modalità di lettura non sarà più lineare e sequenziale ma multitasking e transmediale. Si pensi alla portata dell’invenzione del tablet, che riunisce su un unico dispositivo contenuti testuali, videogame, serie tv, film e contenuti Web. Abbiamo la tecnologia dunque. E i prodotti?
Un esempio innovativo di convergenza della stessa storia su più media e più device arriva da Hollywood. Il progetto si chiama Dirty Work e potrebbe sembrare una serie tv come tante altre se non fosse che i suoi creatori la stanno sviluppando col preciso scopo di rompere la consuetudine che vuole gli spettatori fruire passivamente i contenuti davanti ad uno schermo televisivo. Come? Le persone che vorranno potranno «partecipare» alla trama per esempio iscrivendo il proprio cellulare, il proprio profilo facebook al network della serie. A quel punto chi godrà di questo tipo di fruizione potrà ricevere sul proprio cellulare gli sms che si mandano gli attori, intercettare le loro mail, ascoltare le loro telefonate, conoscere i loro pensieri «in diretta». Si tratta di informazioni in più, che completano l’esperienza della storia ma che non sono fondamentali alla comprensione della stessa. A proposito, Dirty Work è la storia di un gruppo di ragazzi di Los Angeles, ciascuno col suo sogno nel cassetto, che però si ritrovano a lavorare per un'impresa che li manda a ripulire sangue e altri fluidi umani dalle scene del crimine.
Le professionalità in gioco per la creazione di Dirty Work sono molteplici (sceneggiatori, registi, creativi, designer di videogames ecc) e dalle indiscrezioni trapela la volontà di individuare nuove forme di integrazione tra linguaggio cinematografico, televisivo, musicale e letterario. È questo il futuro della narrativa?