
È stato duro il colpo incassato dalla piattaforma di fumetti digitali francese
Izneo. La società è stata costretta da Apple a
rimuovere gran parte del suo catalogo di fumetti digitali dalla sua applicazione per iPad a causa del loro contenuto giudicato troppo
«pornografico» per il pubblico degli Stati Uniti dall’azienda di Cupertino.
Izneo è la piattaforma on line di fumetti più importante d’Oltralpe. Nata nel 2010 dal sodalizio di otto editori specializzti (Bamboo, Casterman, Circonflexe, Dargaud, Dupuis, Fei, Fluide Glacial, Grand Angle, Jungle, Kana, Le Lombard e Lucky Comicsche) Izneo, a un anno dalla fondazione, contava già di 3.500 e-comics disponibili per la lettura in streaming e il prestito, 2.500 per l’acquisto e un’applicazione dedicata sull’App Store. Oggi Izneo conta oltre 3.700 titoli e gran parte del fatturato on line proviene proprio dalla sua app.
In un’intervista
rilasciata al «Giornale della Libreria» nel 2011,
Régis Habert (amministratore delegato di Izneo) aveva descritto così il rapporto della piattaforma con Apple: «Izneo ha due attività principali. Da un lato offre agli editori un servizio paragonabile a quello di un
magazzino digitale dove gli e-book store possono procurarsi fumetti digitali per i loro lettori. Dall’altro la piattaforma gestisce direttamente
due negozi on line: izneo.com e Izneo per iPad, un’applicazione che ha avuto un grande successo con oltre 10.000 download.
Trattare con Apple è sicuramente la parte più complicata. Oltre al 30% che Apple si riserva su ogni vendita, c’è infatti il problema della forte rigidità della policy sui contenuti dell’iBookstore. La presenza di nudi o di scene giudicate forti, molto diffuse soprattutto nei manga, classifica infatti automaticamente la pubblicazione come “pornografica” e ci impedisce di venderla tramite quel canale, un problema che, credo, i nostri editori condividono con quelli di tutto il mondo».
Problema che si è concretizzato nel peggiore dei modi pochi giorni fa quando Apple ha lanciato a Izneo un ultimatum affichè tutti i contenuti giudicati «sconvenienti» fossero rimossi dalla vendita. La società francese si è vista quindi costretta a eliminare tutti quei fumetti che non rientravano nella categoria «per famiglie», ossia quelli da cui provenivano la maggioranza dei guadagni
riducendo così l’offerta ad appena 1.200 titoli con una conseguente sensibile riduzione degli affari. Questo lunedì Izneo ha mosso il primo, timido, passo avanti reintegrando nello store anche i fumetti destinati alla fascia «da 12 anni in su» arrivando così a 1.500 titoli. Per il momento invece, i fumetti «per adulti» (per un pubblico dai 16 anni in su) non sono ancora stati resi disponibili nel catalogo per iPad.
A cosa sia dovuto il provvedimento «puritano» di Apple non è ben chiaro: non si capisce perché l’app di Harlequin, con i suoi libri di «romanticismo spinto» sia moralmente accettabile per gli americani mentre i fumetti, seppur divisi in categorie specifiche, no. Sarà il linguaggio, fatto prevalentemente di immagini, a scioccare il pubblico americano? Siamo seri.