L’associazione dei librai inglesi ha reso pubblici alcuni dati
dell’annuale rapporto sul contributo economico delle librerie all’economia del Regno Unito. Il report, che uscirà completo a ottobre, viene condotto ogni anno attraverso il Centre for Economics and Business Research (Cebr) e mostra un’economia dove le librerie hanno ancora un peso importante, contribuendo con una cifra stimata attorno a
1 miliardo e 900 mila sterline.
I dati forniti dalla Booksellers Association rivelano, inoltre, che le librerie ogni anno contribuiscono maggiormente di Amazon, rispetto a cui corrispondono tasse per cifre 11 volte più grandi. Ammontano, infatti, a 131 mila sterline i contributi annui versati nelle casse dello Stato dai librai: 91 pence su 100 sterline di fatturato, contro gli 8 di Amazon.
Ma il contributo economico favorele delle librerie può essere letto anche da altri dati: queste generano, infatti, 46 mila posti di lavoro, per 416 milioni di sterline in stipendi.
Pubblicando il rapporto, l’associazione spera di rendere evidente il valore ancora consistente delle librerie nell’economia del Paese, nonostante tutte le difficoltà esistenti e i cambiamenti in atto nel mondo del libro. Come ha sottolineato
Tim Godfray, presidente della Bookseller Association, è ben
il 3% delle librerie a vedersi costretto a chiudere ogni anno e la percentuale potrebbe aumentare senza il sostegno degli enti o delle misure governative a tutela di queste realtà.
Nonostante le chiusure, le librerie inglesi resistono, registrando dati positivi nella
crescita delle vendite a partire dal 2016, dopo alcuni anni di calo: una crescita ormai confermata dai dati sul venduto nell’ultimo anno e mezzo.
Un valore, quello delle librerie, che – oltre a essere economico – riguarda anche molti altri aspetti, come ha ricordato Oliver Hogan, direttore del Cebr. La libreria fisica ha un impatto positivo sulla comunità dove sorge: un apporto culturale ed educativo, condotto anche attraverso eventi e altre attività, oltre che sociale.
Laureata in Filologia, mi sono poi specializzata e ho lavorato in comunicazione, approdando infine al Master in Editoria della Fondazione Mondadori. Oggi mi occupo di editoria digitale e accessibilità in Fondazione LIA, e collaboro col Giornale della libreria. Sono interessata a tutto ciò che è comunicazione della cultura, nuovi media, e mi affascinano gli aspetti più pop e innovativi del mondo del libro.
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