Il Publishers launch di Francoforte di ieri ha lanciato un grosso sasso nello stagno e affrontato alcune delle questioni più spinose sul tavolo dell'editoria europea e non solo. Se gli occhi di tutti sono puntati sulla metropoli tedesca quali sono gli spunti più interessanti emersi dai discorsi degli speakers che hanno parlato finora? Di seguito proviamo a darne un'idea, le presentazioni del Publishers Launch possono essere consultate qui.
«I might sound like Dr Zeus, but we will sell it here, we will sell it there» - Theresa Horner (B&N). Barnes & Noble sta ampliando sempre più la sua libreria globale di contenuti digitali. I dirigenti della compagnia hanno parlato del lancio nel Regno Unito del loro nuovo device (previsto per fine mese) annunciando una strategia di distribuzione che coinvolgerà i partner britannici e gli editori locali insistendo tuttavia sulla necessità, per accrescere le vendite periferiche e per veicolare ai clienti il maggior numero possibile di contenuti, che anche gli editori stranieri si iscrivano alla piattaforma B&N.
Theresa Horner, vice presidente della divisione Contenuti Digitali di B&N ha commentato la partnership con Microsoft (che consentirà alla compagnia di appoggiarsi alla piattaforma Windows 8 per vendere i propri contenuti anche a quegli utenti sprovvisti di Nook) affermando: «Windows 8 partnership allows us to be in markets where we can’t get our own device there. […]It removes hurdles to us setting up storefronts».
Jim Hilt, vice presidente della divisione e-book di B&N ha invece sottolineato un concetto che si è poi dimostrato il leit-motiv dei discorsi dei relatori del Publishers Launch: la necessità di essere «orientati al contenuto», di dare importanza all’esperienza del cliente, a quella maturata nella libreria tradizionale e riportarla in digitale piegando la tecnologia a questi obiettivi. «We are content-centric, we'll close the discovery gap for consumers. We'll use the knowledge from booksellers and content providers, and add that to machine knowledge, so that people can get to the content that excites them more quickly».
«It turns out that even though they are bricks-and-mortar retailers, they can do some of the most important parts of e-bookselling very well» - Michael Tamblyn (Kobo). Sul fronte Kobo , Michael Tamblyn (Evp della vendita di contenuti e merchandising) si è soffermato sull’importanza delle partnership con le catene locali all’interno della strategia internazionale della compagnia. Infatti, sebbene la vendita degli e-book si basi su un’infrastruttura internazionale, quella dei libri è sostanzialmente una questione locale. Finora Kobo ha stretto accordi con Mondadori in Italia, WH Smith nel Regno Unito, Fnac in Francia, Indigo in Canada, Collins in Australia e Whitcoulls in Nuova Zelanda. Una schiera di nomi che Kobo ha pianificato di ampliare ulteriormente prima della fine del 2012 e che, a detta di Tamblyn, inizialmente avevano previsto sarebbe cresciuta di più e più in fretta ma i librai si sono dimostrati molto cauti nella valutazione di una partnership con un distributore di e-book, una figura che, ancora per molti, è dalla parte opposta della barricata. Nella scelta dei paesi nei quali espandersi Kobo ha guardato a fattori quali: alfabetizzazione, reddito disponibile, dimensioni del mercato della lettura, diffusione di Internet e di WiFi, presenza di contenuti digitali, partner locali.
«Our competitors aren't taking our market share with devices; they are taking our market share with an entire ecosystem» - Benedict Evans (Enders). Benedict Evans, analista di Enders ha descritto il processo per il quale i maggiori player tecnologici mondiali hanno cominciato a costruire dei veri e propri ecosistemi, con device che hanno la funzione di vincolare i clienti ad un particolare canale commerciale. Il mondo editoriale si interroga sul proprio futuro guardando all’evoluzione di attori che nascono all’esterno della filiera: Facebook, Google, Microsoft e ovviamente Apple ed Amazon.
«You’ve got to start with the customer experience and work back toward the technology – not the other way round» - Steve Jobs. Con questa citazione del guru di Apple Dominique Raccah, Ceo ed editore di Sourcebooks, ha cominciato il suo discorso. Al giorno d’oggi è tutto incentrato sull’utente: gli editori devono cominciare a reinventarsi a partire dal modo in cui i clienti fruiscono, interagiscono e si godono i contenuti, pensando solo in un secondo momento alla tecnologia con la quale veicolarlo. A sostegno di questo concetto Raccah ha mostrato due esempi di prodotti realizzati seguendo la sua filosofia: gli iBook interattivi basati sulle commedie di Shakespeare e lanciati la settimana scorsa e Put me in the Story, un prodotto interattivo pensato per i bambini che consente loro di personalizzare le loro storie preferite.
«Promotion of e-books at imprint level has produced outstanding results» - Marcello Vena (Rcs Libri). Marcello Vena, direttore della sezione Prodotti digitali presso Rcs Libri ha sottolineato invece come, nonostante nel nostro Paese il mercato degli e-book è ancora piccolo rispetto agli altri – la quota è inferiore al 2% – le case editrici italiane stanno comunque puntando sul digitale avendo ben chiara la necessità di essere creative e innovative.