Quest’anno ricorre il trentennale della Scuola per librai Umberto ed Elisabetta Mauri il cui Seminario di perfezionamento si sta svolgendo in questi giorni a Venezia.
Trent’anni di attività che hanno visto mutare non solo il mondo editoriale, le modalità di lettura e il lavoro del libraio, ma anche il concetto di libreria stessa come ci raccontava Achille Mauri in una precedente intervista. In questi anni anche la Scuola Mauri è cambiata, si è evoluta dal punto di vista dei contenuti e dal punto di vista organizzativo. Tematiche, allievi e ospiti si sono succeduti nel corso del tempo, il metodo di insegnamento è andato perfezionandosi fino ad arrivare alla macchina rodata che è oggi, quella macchina che continua a formare alcuni dei librai più capaci del nostro Paese.
Abbiamo intervistato per voi la donna che si occupa dell'organizzazione della macchina-Scuola, Lina Garbelli.
Quali sono state le difficoltà maggiori incontrate in questi anni nell'organizzare la Scuola?
I primi anni sono stati un po' duri. Devo molto a Raoul Moscatelli, dirigente Messaggerie Libri e responsabile della logistica della Scuola per Librai UEM, mancato nel 2008 e sempre rimpianto. Abbiamo lavorato instancabilmente, soprattutto perchè dovevamo impostare le fondamenta su cui poi, nel corso del tempo, abbiamo costruito la macchina della scuola. Devo dire che la fatica e i sacrifici di quei primi tempi hanno dato i loro frutti perchè oggi i meccanismi sono rodati e funzionano quasi da sé. È stato difficile ma bello prendere in mano tutto, anche allora quando dei corsi c'erano soprattutto le idee, ma mancava un programma e mancava una comunicazione efficace ed efficiente. Quest'anno poi è stato più impegnativo del solito perchè c'erano le celebrazioni per il trentennale da organizzare e ci tengo a sottolineare che, senza la collaborazione delle persone che mi affiancano giornalmente a titolo volontario, il mio lavoro sarebbe stato molto difficile. Ma se dovessi dire, in una parola, qual è stata la difficoltà maggiore incontrata in questi anni non avrei dubbi: Venezia. Una città piena di fascino ma incredibilmente scomoda!
Trent'anni di Scuola, trent'anni di seminari. Le fotografie delle classi di quei primi anni ci ricordano che il mestiere della libreria una volta era prevalentemente maschile.
In effetti una volta era così ma, andando avanti negli anni, possiamo osservare una progressiva e sempre più capillare e prevalente presenza femminile. Come diceva Luciano Mauri, oggi «la libreria è donna»: alla direzione delle Librerie Feltrinelli troviamo in maggioranza donne e lo stesso vale per le più recenti Librerie Coop, IBS.it e via dicendo. Io credo che parte del successo delle donne nella professione libraria sia dovuto anche al loro approccio col cliente caratterizzato da una sensibilità e da un'empatia tali da permettere loro di guadagnarne subito l'amicizia e la fiducia.
La libreria è cambiata, come sono cambiati gli allievi?
Soprattutto i primi anni sono stati caratterizati da classi di librai che erano e sono ancora vere e proprie istituzioni nel mondo delle librerie. Alcuni di loro sono i genitori o i datori di lavoro degli allievi di oggi. Tuttavia io trovo che i librai di oggi abbiano una voglia e un entusiasmo diversi: sono molto più intraprendenti, interessati e motivati. Vogliono essere sicuri di fare il corso giusto, quello che meglio risponde alle loro esigenze, ci tengono ad essere a loro volta all'altezza delle aspettative degli insegnanti e soprattutto dei loro clienti e sono molto più curiosi. Questo, ovviamente, è un periodo particolarmente arduo, dove non sempre la bravura è premiata dal mercato, eppure accade ancora oggi che i librai più intraprendenti e indipendenti, nonostante le difficoltà si buttino in qualche avventura. I librai di nuova generazione hanno voglia di cambiare, sono consapevoli che bisogna fare molto per attirare il cliente e sono disposti a mettersi in gioco pur di rimanere sul mercato e non chiudere.
Un'immagine dei librai che hanno partecipato all'edizione 2012 del Seminario via Scuola per Librai UEM