
Il mercato dei
titoli autopubblicati si sa facendo interessante negli States, e non è un caso che molti degli autori e dei titoli più venduti nelle classifiche internazionali abbiano alle loro spalle un esordio nel self published.
Amanda Hocking, John Locke, E.L. James, Silvya Day - solo per citare i più famosi - sono tutti autori che hanno mosso i primi passi nell'ambiente del Web per poi, raccolti consensi e uno stuolo ben nutrito di sostenitori, essere scoperti dagli editori tradizionali e diventare bestsellers globali.
Per non lasciarsi sfuggire una potenziale possibilità
Apple ha deciso di investire su questi autori per i quali, come è logico, il problema maggiore è proprio l'indifferenza del pubblico, creando un
tool che sarà in evidenza per un periodo limitato sull'iBookstore: il
Breakout Book.
Attraverso il banner si potrà accedere a una sezione contenente
una settantina di titoli accuratamente selezionati (al momento solo in inglese per gli store anglofoni) dallo staff editoriale di Apple, con criteri che comprendono tra l'altro le performance di vendita e i commenti dei lettori.
L'interesse per i contenuti autoprodotti, non è però solo di Apple. Sul fronte delle applicazioni, il Marketplace di Android ha infatti recentemente lanciato
App Inventor, un'applicazione realizzata dal MIT di Boston in collaborazione con Google pensata per aiutare i docenti a imparare e insegnare ai propri studenti come realizzare un'App che, una volta realizzata, potrà essere messa in vendita (tutti i proventi andranno alla scuola).
Come dire, i grandi store stanno sempre più dando spazio al desiderio dell'utente di progettarsi conenuti tagliati su misura, se questo è un bene solo il tempo potrà dircelo.