Se i consensi e l'attenzione verso la pubblicità diretta stanno piano piano scemando e gli investimenti pubblicatari sulla carta stampata hanno sempre meno appeal (con conseguente dimuinuzione del valore totale degli investimenti) c'è un settore che al contrario sta facendo faville.
Si tratta dell'inserimento di prodotti a fini commerciali in serie televisive, film e reality oggi sempre più diffuso (e tendenzialmente segnalato nei titoli di coda), che pare offrire una vera e propria quadratura del cerchio sia per i pubblicitari che per le produzioni cinematografiche costantemente in cerca di nuovi investimenti.
Ma mentre per usufruire del cosiddetto product placement, i vari marchi pagano lauti salari, ce ne è uno che non paga mai, anzi, è invitato dalle produzioni a prestare a titolo gratuito i propri oggetti di culto.
Neanche a dirlo si tratta di Apple i cui iPad, iPhone e MacBook sono comparsi 891 volte in spettacoli televisivi nel 2011, il 45% più del 2009 secondo la società di ricerca Nielsen (nelle immagini due scene tratte dai telefilm americani Dexter e Dr House). Ma non è tutto. I prodotti della Mela sarebbero anche apparsi nel 40% dei film di maggior successo al botteghino nello stesso anno secondo quanto riportato da un altro studio di Brandchannel.
Presenzialismo da capogiro? Sì, se si pensa che marchi come Dell, Chevy e Ford, tre dei più vicini a Hollywood, raggiungono appena la metà della visibilità della creatura di Steve Jobs secondo Bloomberg/BusinessWeek.
Apple non paga, ma promuove i film o la serie Tv nella propria pubblicità. Come aveva fatto per la prima uscita della serie Mission: Impossible nel 1996 (quasi mezzo miliardo di dollari di incassi), il cui regista Brian De Palma ricorda di aver risparmiato almeno mezzo milione di dollari di costi di produzione usando i laptop PowerMac forniti da Cupertino.
Nell'ultima puntata Ghost Protocol, Tom Cruise e gli altri personaggi maneggiano i gadget di Apple per un totale di otto minuti, 23 milioni di dollari di investimenti pubblicitari, secondo i consulenti di Front row marketing services, se li volessimo quantificare in vil denaro.