Buone notizie per il futuro del libro, almeno stando agli
ultimi dati sulla lettura nei bambini forniti da Scholastic Education. L’indagine, condotta biennalmente con la collaborazione di YouGov, riguarda un campione di 2.718 tra genitori e bambini, che hanno risposto ad alcune domande sulle abitudini di lettura.
I numeri sono incoraggianti e si scontrano con l’idea che il tempo libero delle nuove generazioni sarebbe eccessivamente assorbito da nuovi tipi di intrattenimento, legato ai nuovi
device digitali.
Ben l’86% dei bambini e ragazzi fino ai 17 anni, infatti, ha dichiarato di leggere. E questo è soltanto uno dei dati positivi che possiamo leggere dal report:
il 58% di bambini tra i 6 e i 10 anni dice di leggere libri per svago, confermando una percentuale ormai stabile dal 2010.

Un cambiamento che trova radici anche e soprattutto nell’ambiente domestico in cui il bambino vive, considerando che sono sempre di più i genitori che decidono di allestire in casa una libreria variegata e multiculturale. I piccoli lettori più avvezzi alla lettura (quelli che leggono almeno cinque giorni a settimana), infatti, hanno in media 141 libri in casa, più del doppio dei libri che hanno a disposizione i lettori occasionali. Uno tra gli approcci preferiti dai genitori di bambini fino ai 5 anni rimane la lettura ad alta voce (40%), in crescita di ben 10 punti rispetto a soltanto due anni fa: un’attività piacevole da fare assieme ai propri figli anche in una fascia d’età più grande, fino agli 11 anni.
Anche
i bambini sono sempre più consapevoli di che cosa vorrebbero leggere e di cosa aspettarsi da un libro: sono i genitori a coinvolgerli nell’acquisto in libreria. Metà dei bambini-lettori più piccoli del campione dice di farsi aiutare dagli insegnanti o dai bibliotecari scolastici, ma crescendo diventano preponderanti altre modalità di scelta, tra cui il consiglio diretto da parte di amici o fratelli per i titoli scelti come pura lettura di svago. Tra i 12-17 anni diventa importante il ruolo svolto dai social media, capace di dirottare verso una lettura piuttosto che un’altra.

Su tutta la fascia di età, comunque, ciò che colpisce è che la maggior parte del campione
(89%) dice che i libri che preferisce sono proprio quelli scelti da sé, e non imposti dalla scuola o dai genitori. Un’altra conferma rispetto alle precedenti indagini riguarda la preferenza per i libri cartacei, anche se gli e-book hanno comunque il loro peso, in linea con una
tendenza presente anche in altri Paesi.

Dei numeri ancora più importanti, se consideriamo che i piccoli lettori di oggi sono anche i lettori di domani e che l’editoria auspica proprio un rinnovamento di pubblico di questo tipo. Ma importante anche perché i piccoli lettori di oggi potranno essere
adulti più curiosi ed empatici, come ha ricordato
Michael Haggen, Chief Academic Officer della Scholastic Education: se le storie trasmettono valori e rispetto per gli altri, la non fiction permette loro di comprendere di più il mondo attorno. In questa prospettiva, insomma, diventa sempre più importante trasmettere l’amore per la lettura e rendere sempre più accessibile l’oggetto libro ai bambini, perché lo percepiscano come familiare e non ostile.
Laureata in Filologia, mi sono poi specializzata e ho lavorato in comunicazione, approdando infine al Master in Editoria della Fondazione Mondadori. Oggi mi occupo di editoria digitale e accessibilità in Fondazione LIA, e collaboro col Giornale della libreria. Sono interessata a tutto ciò che è comunicazione della cultura, nuovi media, e mi affascinano gli aspetti più pop e innovativi del mondo del libro.
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