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Lettura

Uk. La poesia in crescita tra i giovani come risposta alla crisi

di Denise Nobili notizia del 5 febbraio 2019

La poesia è un settore editoriale che molto si differenzia dagli altri, prima di tutto per le dinamiche di vendita: si tratta di un settore a coda lunga, che non registra picchi di vendita e bestseller dai numeri impressionanti, ma i cui titoli forti continuano a vendere costantemente nel tempo, spesso arrivando a collezionare in anni numeri importanti e numerose ristampe.
 
Spesso la fortuna e la costanza nelle vendite sono date dalla levatura degli autori pubblicati, premi Nobel, classici della letteratura: titoli comprati per fiducia, a volte per motivi di studio, a volte soltanto per possedere nella propria libreria di casa la raccolta poetica di certi autori.
 
Eppure sembra che le cose stiano in parte cambiando, perlomeno nel mercato anglofono, dove gli ultimi dati di mercato per il settore raccolti da Nielsen BookScan demoliscono alcune convinzioni e fanno luce su nuovi trend. Il primo dato che emerge smonta l’idea del pubblico di riferimento per i libri di poesia come un pubblico colto, istruito e tendenzialmente più anziano. In realtà a interessarsi di poesia nel 2018 nel Regno Unito sono stati soprattutto i giovani, che rappresentano il grosso delle vendite: di 1,3 milioni di libri di poesia venduti, i due terzi degli acquisti sono stati fatti da un pubblico sotto i 34 anni, e il 41% da ragazzi di età compresa tra i 13 e i 22 anni.
 
Crescono anche le vendite arrivando a 12,3 milioni di sterline (1,3 milioni in più rispetto al 2017), in un andamento generale di crescita che continua dal 2013, quando le vendite si attestavano a meno di 8 milioni di sterline. C'è comunque da sottolinareare che rimane un mercato di nicchia, che genera meno dell'1% del fatturato complessivo dell'industria editoriale del Paese.
 
Ad acquistare e leggere poesia è soprattutto un pubblico femminile di giovani e adolescenti, e non è allora un caso che il settore sia trainato soprattutto da un’autrice come Rupi Kaur, la ventiseienne diventata famosa pubblicando le proprie poesie su Instagram (dove oggi ha più di 3 milioni di follower), e autrice bestseller in tutto il mondo con il suo Milk and Honey che, a quattro anni dalla sua prima pubblicazione, è ancora il titolo di poesia più venduto nel 2018 nel Regno Unito. I libri di Rupi Kaur sarebbero i responsabili di almeno un milione di sterline di quei 12 totali del settore. Buone vendite le hanno avute anche i titoli di Leonard Cohen, John Cooper Clarke, Seamus Heaney, Carol Ann Duffy and Homer.
 
Tra le ragioni del successo crescente che sta avendo la poesia ci sarebbe proprio la forma breve che facilita sia la lettura su vari device sia soprattutto la condivisione tramite social media, con post e stories. L’idea di poter partecipare in tempo reale a un sentimento collettivo, di lutto e dolore, ma anche di indignazione, è alla base del successo che hanno avuto sui social la lettura pubblica della poesia This is the place di Tony Walsh seguita all’attentato di Manchester e la poesia Grenfell Tower, June, 2017 scritta da Ben Okri dopo l’incendio del grattacielo.
 
«In momenti di crisi a livello nazionale, le parole che sono state più diffuse e ascoltate non sono state quelle dei politici, ma quelle dei poeti. […] Là fuori c’è una fame di forme di linguaggio  più memorabili e con maggiori sfumature» ha commentato Susannah Herbert, direttrice della Forward Arts Foundation.
 
Analogamente ad altri periodi storici di crisi, la poesia acquista valore oggi perché riesce a spiegare il mondo circostante in cambiamento, perché riesce a ridare un valore alla parola laddove l’aveva perso o era stato messo in discussione. Tutta la narrazione liberale che ha caratterizzato gli ultimi secoli sta attraversando un momento di crisi, riflettendo svolte autoritarie nei governi e tendenze di isolamento a fronte della spinta alla globalizzazione degli ultimi decenni. Dall’uso (e abuso) che se n’è fatto in politica «le parole hanno iniziato a perdere il loro significato», mentre la poesia sembra sapere porre rimedio al depauperamento che hanno subìto.
 
Nel Regno Unito, un boom paragonabile la poesia l’ha vissuto negli anni ’80 durante lo sciopero dei minatori e durante l’ascesa del cartismo nel XIX secolo, ha fatto notare Katy Shaw, professoressa alla Northumbria University, che paragona l’incertezza dopo il referendum della Brexit al sentimento diffuso nei grandi momenti storici di cambiamento del Paese. Allo stesso modo, in Italia negli stessi anni dello sciopero inglese abbiamo avuto il Festival dei Poeti sulla spiaggia di Castelporziano, che tramutò il 1979 in una data simbolica in cui la poesia fece cadere il muro che divideva gli autori dal loro pubblico.

La poesia oggi, come in passato, acquista il medesimo valore potenzialmente rivoluzionario, raccogliendo lettori che hanno bisogno di spiegazioni ma non solo: «Scrivere poesie e condividerle in questo contesto è un evento radicale, un atto di resistenza per incoraggiare altre persone ad avvicinarsi alla propria prospettiva».
 
Se durante lo sciopero dei minatori le poesie venivano battute a macchina da scrivere sul retro dei manuali di istruzioni, distribuite nel volantinaggio per strada o inviate per posta, allo stesso modo oggi la poesia trova la sua forma naturale nel passaparola, ma corre ancora più veloce – e così i sentimenti e le idee che trasmette – attraverso la condivisione online.

L'autore: Denise Nobili

Laureata in Filologia, mi sono poi specializzata e ho lavorato in comunicazione, approdando infine al Master in Editoria della Fondazione Mondadori. Oggi mi occupo di editoria digitale e accessibilità in Fondazione LIA, e collaboro col Giornale della libreria. Sono interessata a tutto ciò che è comunicazione della cultura, nuovi media, e mi affascinano gli aspetti più pop e innovativi del mondo del libro.

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