La promozione della lettura è un’articolazione importante dell’ecosistema di infrastrutture e pratiche che contornano il libro. Lo è perché avvicina le persone a un’attività spesso rivolta alla crescita personale, e quindi sociale e collettiva. Ma anche, più prosaicamente, perché incrementa almeno in potenza l’indotto del nostro settore, sostenendo la domanda di libri.
Di solito le attività di promozione della lettura hanno come bersaglio le fasce più giovani della popolazione: una forma di investimento sul futuro, insistendo proprio su quei segmenti anagrafici dove la compresenza con un digitale sempre più «nativo» e pervasivo è oltremodo agguerrita. L’idea, peraltro condivisibile, è che sviluppare affinità con il libro da bambini aiuti a crescerci e a mantenerci lettori anche da adulti.
L’esempio eccellente, in Italia, è #ioleggoperché, la campagna nazionale di promozione della lettura organizzata da AIE che in otto anni ha portato più di 3 milioni di nuovi libri nelle biblioteche scolastiche della penisola, rivolgendosi più recentemente anche ai piccolissimi attraverso il progetto pilota #ioleggoperchéLAB-NIDI.
Eppure l’abitudine alla lettura varia molto nel corso della vita di un individuo, manifestando una netta tendenza al calo con l’aumentare dell’età. L’ultimo Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia pubblicato da AIE, ad esempio, ci dice che legge il 90% dei 15-17enni e il 59% dei 55-64enni, volendosi concentrare sui due valori più «estremi». E se da un lato è intuitivo comprendere come le incombenze della vita adulta – il lavoro, la gestione di sé, l’eventuale genitorialità o più in generale la cura familiare – possano sottrarre tempo alla lettura (dai 25 ai 54 anni vediamo la percentuale calare progressivamente dal 79 al 66%) lo è meno constatare che i lettori continuano a diminuire anche al sopraggiungere dell’età della pensione.
Sembra, insomma, che da un lato non si tratti solo di disponibilità temporale. Dall’altro, che l’assunto «lettori da bambini, lettori per sempre» necessiti di qualche correttivo.
Per questa ragione la Comunità autonoma di Madrid, attraverso il Dipartimento di cultura, turismo e sport, ha lanciato il programma #LeeMadrid+60: un palinsesto di attività gratuite rivolte ai cittadini senior organizzate a partire da tre biblioteche di pubblica lettura della città: la Antonio Mingote nella periferia sud-ovest, la José Luis Sampedro nel quadrante nord e la Pedro Salinas nella zona centrale.
L’iniziativa prenderà avvio il prossimo 15 gennaio per poi concludersi alle soglie della primavera, il 20 marzo 2024, e coinvolgerà lettori e lettrici ultrasessantenni in un percorso di scoperta – o riscoperta – delle opere maggiormente legate alla geografia urbana della capitale spagnola. Le pagine verranno messe in connessione con i parchi, le strade, i musei, le architetture e le altre discipline artistiche che in città dimorano e fioriscono, a partire dal tradizionale flamenco.
In questi mesi le 3 biblioteche promotrici offriranno anche un laboratorio gratuito sull’uso sicuro della tecnologia, che consentirà agli over 60 di approfondire temi come il funzionamento degli algoritmi, le filter bubble, le fake news e le «camere dell’eco», la sicurezza informatica… L’obiettivo è far sì che i partecipanti migliorino le loro abitudini di navigazione in rete e utilizzo dei social e degli altri strumenti e canali digitali, sentendosi più autonomi e più sicuri.
Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi sono responsabile del contenuto editoriale del Giornale della Libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
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