Cresce la lettura in Italia che dal 1995 ad oggi, tra alti e bassi, è passata dal 39,1% al 46,5% ma non è tutto oro ciò che luccica.
Se è vero, infatti, che la lettura cresce ciò è dovuto in particolare alle forti percentuali di lettori giovani: legge, infatti, il 52,5% dei bambini tra i 6 e i 10 anni e il 65,4% degli adolescenti tra gli 11 e i 14 anni, mentre col crescere dell’età diminuisce anche l’affezione alla pratica del leggere.
Uno dei problemi della lettura in Italia rimane lo scarso livello della lettura riscontrato durante gli anni universitari. Da qui la necessità di sviluppare iniziative specifiche su questo segmento di popolazione come il Gruppo universitario professionale progetta di fare all’interno della Festa del libro e della lettura che si svolgerà il 23 maggio prossimo.
Se, infatti, l'abitudine alla lettura in generale si acquisisce in giovanissima età, specie a scuola, l'Università ha un ruolo decisivo per la futura classe dirigente e i giovani in cerca di occupazione ma quasi la metà dei giovani universitari non leggono come dichiara, in particolare, il 45,3% dei giovani tra i 18 e i 19 anni, il 47,1% tra i 20 e i 24 anni e il 48,5% tra i 25 e i 34 anni.
Una cattiva abitudine, quella di non leggere, che si finisce per trascinarsi per tutta la vita se è vero che il 22,6% delle donne impiegate o quadri e il 42,7 degli uomini nonché il 33% delle dirigenti o libere professioniste e il 43,3% degli uomini dichiarano di non avere letto libri nell’anno precedente.
Un Paese dove i giovani non leggono e non si preparano ad affrontare il mondo del lavoro forti di un baglio di conoscenze vasto e aggiornato, è un Paese destinato a perdere in fretta posizioni nelle graduatorie internazionali o, nel nostro caso, a non recuperare nemmeno il distacco.