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Lettura

Le donne leggono di più e vendono di più. Ma in casa editrice comandano ancora gli uomini

di Redazione notizia del 8 marzo 2022

Sono le donne a leggere i libri, ma nelle case editrici comandano ancora prevalentemente gli uomini. E, anche tra gli scrittori pubblicati, prevale il sesso maschile. L’8 marzo è l’occasione per rimettere al centro i numeri delle mancate pari opportunità che riguardano anche il mondo del libro.
 
Secondo l’analisi dell’ufficio studi AIE su dati di Pepe Research, nel 2021 sono lettrici il 60% delle donne contro il 52% di lettori uomini. Sono valori entrambi in calo rispetto all’anno precedente, quando le percentuali si attestavano, la prima, al 62% e la seconda al 56%, ma il divario è aumentato. È tra le donne che va inoltre trovata la percentuale più alta di forti lettrici (12 o più libri l’anno): sono il 10% della popolazione, contro il 7% degli uomini. 
 
Si tratta di una disparità che nasce fin da piccoli: se è vero che nei bambini da 0 a 14 anni sono lettrici l’80% delle bambine contro il 75% dei bambini, si scopre che, con l’eccezione della fascia 0-3 anni – e quindi dei libri tattili e dei primi approcci alla lettura, le bambine e ragazze leggono più dei maschi, con un divario che, nel caso della fascia 10-14 anni è di addirittura 13 punti percentuali (72% di lettrici contro il 59% di lettori). 
 
Se dal lato del consumo culturale si passa a quello della produzione, si scopre che – stando agli ultimi dati disponibili – le autrici erano nel 2017 il 38,3% del totale, con un trend che però è in crescita se si pensa che nel 2005 erano il 29,7%.  
Cresce la presenza femminile anche nei ruoli dirigenziali dell’editoria: sono sempre di più anche le donne che ricoprono cariche di responsabilità (CEO, presidente, direttrice generale, ecc.) nella filiera produttiva editoriale (anche se il dato è condizionato dalla maggior presenza femminile nelle case editrici piccole e medio-piccole che rappresentano una parte importante del nostro tessuto imprenditoriale): rappresentano il 22,3% dei ruoli dirigenziali, percentuale che nel 2010 si fermava al 16,6%.  
«L’8 marzo è l’occasione per ricordarci e ricordare che le pari opportunità sui luoghi di lavoro sono un obiettivo ancora da raggiungere: anche nell’editoria libraria, un mondo fatto in maggioranza da lettrici, le donne ai vertici sono ancora in netta minoranza» ha dichiarato il presidente di AIE Ricardo Franco Levi lanciando la campagna di sensibilizzazione della Rai Uguali e Insieme. «Uguali e insieme significa anche questo: aprire le porte ai talenti senza preclusioni di genere per creare una editoria più inclusiva e corale».
Già nel 2016, l’editore Luigi Spagnol invitava gli uomini a farsi carico di questo problema in un saggio pubblicato dalla rivista Il Libraio, Maschilismo e letteratura, cosa ci perdiamo noi uomini?. In quell’intervento Spagnol, dopo aver passato in rassegna i libri più premiati negli ultimi anni – pochissime donne – e quelli più venduti, dove invece primeggiano le donne, si chiedeva quali fossero gli effetti di una sistematica sottovalutazione, da parte degli uomini, del valore della scrittura femminile: «Perché lo facciamo? Perché ci ostiniamo a non voler leggere il mondo attraverso, anche attraverso, gli occhi di grandissime artiste che hanno l’unico difetto di appartenere a un sesso diverso dal nostro? […]. Anche adesso che le donne si sono conquistate il diritto a creare arte, a esprimere con una libertà mai vista prima la loro visione del mondo, noi maschi rinunciamo alla possibilità di arricchire il nostro orizzonte culturale, di nutrire il nostro mondo interiore, pur di non prendere nella dovuta considerazione la produzione artistica delle donne. Ne vale la pena?» 

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