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Internazionalizzazione

Piccoli editori s’incontrano. Il Fellowship Program secondo gli editori esteri

di Camilla Pelizzoli notizia del 8 dicembre 2016

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Il Fellowship Program è una delle tradizioni consolidate di Più Libri: un momento in cui la piccola e media editoria italiana può incontrare i propri corrispettivi esteri, provenienti da tutto il mondo. Proprio in questi giorni quindici editori e agenti stranieri hanno potuto esplorare la fiera romana, incontrare i loro colleghi italiani e creare – o rinsaldare – i rapporti per dare avvio a un proficuo scambio di diritti.

Abbiamo chiesto a due editori che hanno partecipato a questa edizione (Renate Punka per Janis Roze, dalla Lettonia, e Alyazia Khalifa per AlFulk, dagli Emirati Arabi Uniti) di parlarci della piccola-media editoria del loro Paese e di raccontarci cosa si aspettavano da questa edizione del Fellowship.


Cosa vi piacerebbe trovare in fiera e durante gli incontri organizzati dal Fellowship program?

Renate Punka (Janis Roze): Sarà interessante vedere una fiera totalmente dedicata agli editori medio-piccoli e vedere quali strategia usano per essere visibili e farsi notare in uno spazio informativo così grande e impegnato.

Alyazia Khalifa (AlFulk): Puntiamo a presentare AlFulk di persone agli editori italiani, così da stabilire partnership di lungo termine. In più, cerchiamo opportunità per espandere il nostro business e scambiarci idee ed esperienze.


C’è qualche tema particolare su cui vorreste trovare dei libri, per poi portarli nel vostro Paese?

Renate Punka (Janis Roze): Cerco libri per bambini con degli elementi visivi interessanti, e buona letteratura sia per gli adulti che per bambini. E, ovviamente, molti lettori lettoni sono interessati ad argomenti legati alla cultura e al cibo italiano.

Alyazia Khalifa (AlFulk): Siamo specializzati in libri per bambini e YA, e ci piacerebbe avere libri d’arte, sulla cultura e sui musei per questo target specifico. Un altro aspetto importante che ci piacerebbe imparare è come gli editori italiani gestiscono i loro magazzini e il loro sistema distributivo – dal packaging alle mani dei lettori.


Negli ultimi anni, gli editori medio-piccoli italiani stanno crescendo e ottenendo molti successi, com’è confermato anche dalla ricezione di pubblico di PLPL. Qual è la situazione della piccola-media editoria nei vostri Paesi? Ci sono occasioni come questa per riunirsi e incontrare i lettori, o per la compravendita di diritti?

Renate Punka (Janis Roze): La Lettonia è un Paese con una piccola popolazione che è divisa tra i nativi che parlano lettone e persone di varie nazionalità che vivono qui per la nostra eredità storico-culturale. Nel mio Paese, quasi tutti gli editori sono medio-piccoli per quelli che sono gli standard internazionali, e devono avere grande inventiva e usare strategie di guerrilla marketing per raggiungere i loro potenziali lettori, perché il budget per il marketing è molto contenuto. Ad ogni modo, abbiamo bellissimi libri d’arte, libri per bambini e la narrativa scritta dagli autori lettoni è diventata molto popolare nel corso degli ultimi anni. A Riga ci sono due fiere – la Latvian Book Exhibition in primavera e la Riga Book Fair in autunno – e molti visitatori vengono a scoprire i nuovi titoli e a incontrare gli autori.

Alyazia Khalifa (AlFulk): Il 2016 è stato l’anno della Lettura negli Emirati Arabi Uniti; un fatto che riflette un impegno forte nei confronti degli investimenti sulla conoscenza, di cui l’editoria fa parte. Dunque, gli editori medio-piccoli stanno prosperando. Abbiamo due occasioni in particolare in cui gli editori internazionali possono scambiare diritti e beneficiare di sussidi e finanziamenti: la Sharjah Internation Book Fair e l’Abu Dhabi International Book Fair. Abbiamo anche il Festival della letteratura emiratina dove i lettori incontrani gli autori. Inoltre, abbiamo moltissimi premi letterari, e uno è stato vinto dal professor Mario Liverani dell’Università degli Studi La Sapienza: quello dedicato alla cultura araba in altre lingue, che fa parte dei Shaikh Zayed Award, per il suo Immaginare Babele (Laterza 2013).

L'autore: Camilla Pelizzoli

Laureata in Lettere moderne (con indirizzo critico-editoriale), ho frequentato il Master in editoria. Mi interessa la «vita segreta» che precede la pubblicazione di un libro – di carta o digitale – e mi incuriosiscono le nuove forme di narrazione, le dinamiche delle nicchie editoriali e il mondo dei blog (in particolare quelli letterari).

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