Ne parlavamo meno di due settimane fa a
Più libri più liberi. In particolare, nell’ambito di un incontro dal titolo
Per far viaggiare i vostri libri. Più in generale, come tema trasversale all’intero programma di convegnistica professionale dell’edizione 2017. L’internazionalizzazione è un elemento irrinunciabile per il nostro ecosistema, sia nella dimensione nazionale che globale, perché
nessuna editoria può pensare di crescere in regime di autarchia e di muri.
Abbiamo visto come, nel 2017, l’editoria italiana ha potenziato la sua dimensione internazionale vendendo all’estero i diritti di 7.455 titoli (+13,6% rispetto al 2016). Quelli più ceduti interessano il segmento bambini e ragazzi, che conferma la sua quota di mercato con il 49% delle vendite (+7,7% sul 2016). A seguire, la narrativa italiana (23,8%) e la saggistica (16,5%), a testimonianza di un interesse ormai più articolato e maturo – da parte delle editorie straniere – nei confronti dei nostri autori e dei nostri libri.
Ma l’import export dei diritti di edizione non è l’unica strada per l’internazionalizzazione che il nostro settore può (e deve!) percorrere per esplorare la sua dimensione globale. Un’altra traccia importante da seguire
passa per le fiere e i saloni del libro. E sempre a Più libri,
un incontro – non a caso in collaborazione con IILA (Istituto Italo-Latino Americano) – è stato dedicato a presentare agli editori italiani le opportunità offerte dai mercati centro e sudamericani. Mercati verso i quali
le fiere del libro sono portali di scambio aperti sulla compravendita di diritti, sulla promozione della lettura e sull’innovazione.
E ancora di fiere come hub innovativi si occupa
Aldus, la rete europea delle fiere del libro coordinata da Aie e co-finanziata dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Europa Creativa che mira a favorire l’internazionalizzazione delle imprese editoriali, l’aumento delle traduzioni e la formazione dei professionisti del settore, con particolare riferimento alle sfide del digitale.
Una notizia di questi giorni sottolinea quanto la strada dell’internazionalizzazione dell’editoria passi anche per le fiere del libro, che possono diventare format di successo da esportare in altri Paesi e mercati. È il caso della Bologna Children’s Book Fair, manifestazione d’eccellenza dal taglio nettamente professionale focalizzata sull’editoria per bambini e ragazzi, che ha stretto un accordo con la China Shanghai International Children’s Book Fair per l’organizzazione della fiera di Shanghai nel 2018.
Il ruolo di BolognaFiere nell’ambito della kermesse cinese insisterà sul potenziamento del polo dedicato alla compravendita dei diritti, allo scambio culturale, alla formazione professionale e al consolidamento dei rapporti con gli altri eventi internazionali del mondo del libro. Non a caso, la stessa società bolognese prenderà parte al lancio di New York Rights Fair, il nuovo spazio dedicato all’import export di diritti di edizione e traduzione, nella Grande Mela dal 30 maggio al 1 giugno 2018.
Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi coordino il Giornale della libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.
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