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Innovazione

Terza età in rete. La testimonianza della signora Laura

di Alessandra Rotondo notizia del 22 luglio 2016

Attenzione, controllare i dati.

I dati lo rappresentano con chiarezza: l’utilizzo di internet da parte delle persone non più giovanissime non è un fatto sporadico, bensì un fenomeno che, dal punto di vista quantitativo, risulta perfettamente allineato alle percentuali che caratterizzano l’utilizzo nelle altre fasce d’età.
Stando alle rilevazione di GFK, per esempio, il numero dei web user «negli ultimi sette giorni» si distribuisce così: 11,5 milioni nella fascia d’età 13-34 e altrettanti in quella 35-39, 10 milioni nella fascia degli ultracinquantacinquenni.
Qualcosa in più sui comportamenti degli anziani in rete ce lo dicono i dati di AudiWeb Nielsen relativi a maggio 2016, che mostrano come la differenza non stia tanto nell’assiduità con cui si frequenta la rete, quanto piuttosto negli strumenti che si scelgono per farlo. Infatti, mentre nella fascia d’età 18-54 la distribuzione tra fisso e mobile si attesta sulle percentuali – rispettivamente – del 26,8 versus 73,2, la situazione cambia nella fascia 55-74, nella quale a frequentare la rete dal computer è il 59,7% del campione, percentuale che scende al 40,3 per le connessioni da dispositivo mobile.
 
Per capire come questi numeri trovino corrispondenza nella realtà, abbiamo pensato di fare una piccola esplorazione sul campo e siamo partiti dalla signora Laura, che ci ha gentilmente raccontato il suo rapporto con il web e con la tecnologia.
«Imparare a usare il computer per me è stata un’esigenza lavorativa: la mia professione lo richiedeva e non ho avuto scelta. Quando sono andata in pensione, invece, ho scoperto il piacere (e soprattutto l’utilità) di utilizzarlo in un contesto diverso da quello dell’ufficio. Il mio telefonino, però, è di “prima generazione”: magari prenderò uno smartphone in futuro, ma solo quando si romperà quello che ho ora».
Non c’è solo il pc nella dotazione digitale della signora Laura: «Ho un tablet, che uso con grande beneficio. Certo, sono strumenti che utilizzo solo quando ne ho bisogno, infatti non mi definirei una fanatica della tecnologia, però ne riconosco l’utilità. Insomma, non sono una persona che naviga “a vista”: se m’interessa trovare informazioni su qualcosa seguo la mia rotta, senza indulgere in distrazioni».
 

Proprio nessuna distrazione?
 
Qualche partitina a bridge dal tablet, ma finisce lì. Se ho tempo libero preferisco trascorrerlo leggendo. Le attività che svolgo con regolarità on line, invece, sono varie: controllo il saldo del mio conto, acquisto i biglietti del treno e quelli per le mostre e gli spettacoli di mio interesse, faccio le ricariche per la mia sim telefonica e uso la mail, che preferisco di gran lunga ai servizi di instant messaging.
 

Ma trova che questi strumenti e servizi le facilitino realmente la quotidianità?
 
Certamente. L’unico problema è – soprattutto per chi non ha familiari o amici più giovani o più esperti ai quali chiedere – la paura di sbagliare, che frena molto anche dall’esplorare. Inoltre il web è in continua evoluzione, sia dal punto di vista «estetico» che delle funzioni e dei servizi che offre, pertanto è facile sentirsi persi anche rispetto ad azioni che, magari, si riteneva di padroneggiare fino a poco prima.
 

Quindi pensa che la formazione digitale per la terza età possa essere utile?
 
Io sono spesso alla ricerca di occasioni che possano aiutarmi a destreggiarmi meglio tra gli strumenti e le tecnologie più recenti: da assidua frequentatrice della biblioteca Valvassori Peroni di Milano, quando sono venuta a conoscenza dei corsi In-Formazione (dedicati alla formazione alla lettura digitale accessibile e organizzati da Fondazione LIA nell’ambito dell’omonimo progetto, realizzato con il contributo di Fondazione Cariplo, in partnership con Istituto dei Ciechi di Milano e con il sostegno di AIB – Associazione Italiana Biblioteche sezione Lombardia, AIE – Associazione Italiana Editori, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori e MediaLibraryOnline ndr) ho deciso subito di partecipare.
Al termine di questa esperienza sento di avere una maggiore familiarità con questi strumenti, soprattutto con il mio tablet, che ho imparato a usare anche per acquistare e consultare libri, giornali e riviste.
 

E le piace leggere da uno schermo?
 
Per la verità non ero neanche al corrente del fatto che i tablet potessero essere usati per leggere i libri! Pensavo che ci volessero necessariamente dispositivi specifici: grazie a questo corso l’ho scoperto e ne sono entusiasta.
Soprattutto per le vacanze, poter usare il tablet come valido sostituto dei pesanti volumi libri di carta mi soddisfa molto. Rispetto alle riviste e ai quotidiani, invece – sarà l’abitudine, sarà il formato – preferisco decisamente continuare ad acquistare e a leggere quelli «fisici».
 
C’è l’acquisto di un e-reader nel futuro della signora Laura? Per il momento sembrerebbe proprio di no. «Non ne sento l’esigenza: con il tablet mi trovo bene, mi consente di fare più cose ed è molto pratico».
Una visione in perfetta armonia con i dati sui dispositivi elettronici che hanno caratterizzato il 2015. Che segnano, negli Usa, una crescita dei device multifunzionali (primo tra tutti, lo smartphone) a discapito di quelli caratterizzati da più stringenti vincoli di utilizzo, come gli e-reader.

L'autore: Alessandra Rotondo

Dal 2010 mi occupo della creazione di contenuti digitali, dal 2015 lo faccio in AIE dove oggi coordino il Giornale della libreria, testata web e periodico in carta. Laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, ho conseguito il master in Editoria di Unimi, AIE e Fondazione Mondadori. Molti dei miei interessi coincidono con i miei ambiti di ricerca e di lavoro: editoria, libri, podcast, narrazioni su più piattaforme e cultura digitale. La mia cosa preferita è il mare.

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