Questo articolo fa parte di una serie di approfondimenti sul SEO utilizzato in ambito editoriale: è possibile recuperare qui il primo e il secondo articolo dedicato all'argomento.
In un articolo precedente abbiamo parlato anche di Web Analytics e di quali siano i valori da monitorare con costanza per valutare l’andamento del proprio sito e prendere quindi delle decisioni consapevoli. Eppure spesso può capitare di commettere almeno due errori quando si utilizza uno strumento di Web Analytics (qualsiasi strumento si usi, e lo stesso vale in contesti analoghi di analisi, come quella sui social network). Il primo errore è
l’eccessiva attenzione ai numeri quando è fine a se stessa: si rischia di guardare i dati e compiacersi dei risultati, senza poi ricavarne nulla di utile. I dati fini a se stessi sono una fotografia sterile di quello che è già successo sul vostro sito e soprattutto, guardandoli non cambiano, né migliorano da soli.
Il secondo errore in cui si può facilmente incappare è quello di portare tutta l’attenzione ad alcuni parametri come quello della provenienza dei propri utenti, dimenticandosi però del tutto che di fronte ai dati raccolti ci sono domande più importanti da farsi: innanzitutto, cosa cercano una volta arrivati sul mio sito e su quali pagine trascorrono più tempo. Ma anche perché un utente esce dal sito magari dopo aver visto una sola pagina, cercando quindi di capire in quali modi sia possibile farli rimanere più a lungo e comunque farli tornare sul sito.
Questo approccio è ancora più strategico se sul vostro sito c’è un e-commerce: non serve solo il new business, ma è necessario pensare anche ai clienti che acquistando ci hanno già dato fiducia e che magari, dopo aver testato i nostri prodotti, ne parleranno bene anche sui social network.
E per evitare che gli utenti, una volta arrivati al nostro sito, escano subito perché delusi da una ricerca non pertinente rispetto ciò che stavano cercando, è necessario essere attenti anche a un altro parametro: i link esterni che rimandano al vostro sito devono essere coerenti con il contenuto che collegano. Se su un blog esterno c’è un link che rimanda al vostro sito dove si parla di un libro ma sulla pagina linkata non c’è traccia di quel titolo, gli utenti resteranno delusi, cliccheranno il pulsante back del proprio browser e torneranno indietro. Un’azione di questo tipo è in grado di comunicare a Google la scarsa rilevanza e utilità di quel link, penalizzando il ranking del vostro sito.
Esiste uno strumento complementare a Google Analytics efficace per analizzare la pertinenza dei link: Google Search Console, argomento a cui dedicherò un prossimo articolo approfondendo le sue potenzialità.
Ma a cosa serve e come funziona? Innanzitutto, permette di capire se Google riesce ad analizzare tutte le pagine del proprio sito o se esistono degli errori che andrebbero sistemati. Poi, ci dice quali sono le parole chiave più importanti, quali sono i siti da cui arriva più traffico al mio sito. Grazie a questo strumento, che va oltre l’analisi dell’usabilità del sito da parte degli utenti, è possibile analizzare diversi aspetti tecnici del proprio sito che rivestono un ruolo di primo piano per un’ottimizzazione SEO efficace.
Questo strumento segnala anche se il vostro sito è stato hackerato e quindi diventa una sentinella pronta a far scattare l’allarme ai primi segnali, dal momento che un sito hackerato subisce delle forti e immediate penalizzazioni nei risultati dei motori di ricerca. Ma non solo: un problema di questo tipo, se non risolto in modo tempestivo, potrebbe anche portare al ban del sito, ovvero alla sua rimozione dal motore di ricerca.
Partiamo, però, da una funzione basilare offerta dalla Google Search Console: l’elenco dei link che rimandano al sito. Prendiamo come esempio le statistiche del sito LibreriaProfessionisti.it, i cui siti di partenza vengono riportati per maggior numero di occorrenze di link:
L’elenco dei link è proprio il punto di partenza per capire la vostra link popularity: c’è sia un tema di quantità che di qualità da tener presente, dove la qualità vince nettamente sulla quantità.
Come si costruisce questa link popularity? Il modo migliore è in modo spontaneo e naturale, con link da siti esterni che trattano in modo specifico e verticale tematiche analoghe: l’attinenza è il fattore determinante, è importante anche la frequenza nella produzione di articoli analoghi, e la percezione che «sotto» ci sia un piano editoriale strutturato è un alto indice di qualità e successo.
Guardate i siti che vi linkano e verificate che i collegamenti siano all’interno dei testi dei loro articoli, tenendo sempre presente che lo scopo principale della presenza di questi link è dare un servizio agli utenti finali che leggono quei contenuti, non aiutarvi nel migliore la posizione della vostra SEO.
Un altro fattore chiave che genera traffico di qualità verso il vostro sito sono i social network che sono un fattore importante di quello che gli altri pensano della vostra realtà, dei vostri contenuti e scelte editoriali.
La reputazione online si sviluppa nel tempo ed è il frutto di lavoro continuo, comunicazione costante, posizionamento coerente e fa parte di una strategia di marketing ben precisa. Un brand affermato sui social ispira automaticamente fiducia nei potenziali clienti: gli utenti sono più propensi a cliccare su un link di un brand noto, e nel momento in cui lo fanno stanno indicando a Google la presenza di un link di qualità.
Cosa rivela quest’ultima considerazione? Che essere primi su Google è quasi impossibile senza avere un proprio brand riconosciuto e una strategia di comunicazione coerente che vada ben oltre l’orizzonte di sviluppo del proprio sito o del proprio e-commerce.
Una strategia social efficace già a medio termine darà buoni risultati anche sui motori di ricerca, riuscendo a portare il vostro sito al successo.
Sono docente del Master in Editoria cartacea e digitale dell'Università Cattolica di Milano, dove insegno Social Media e SEO; sono uno scrittore, trainer di storytelling, comunicazione e public speaking; ho 20 anni di esperienza su internet, marketing online ed e-commerce.
Come CEO di DGLine ho creato Biblos, la soluzione e-commerce per l’editoria usato da più di settanta marchi editoriali, e Bsuite, l'ERP che rivoluziona il panorama dei gestionale per editori e librerie. Sono Google Adwords Certified e la mia agenzia è un Google Partner e azienda del network dell’Associazione Italiana Editori.
Ho pubblicato per Editrice Bibliografica Promuovere e raccontare i libri sui social network e Fare e-commerce per editori e librai, mentre per Apogeo Education l'e-book Diventare professionisti digitali.
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