Velocità ed empatia sono questi gli ingredienti di un libro per ragazzi di successo secondo Roberto Denti, autore di libri per ragazzi e fondatore, a Milano, della Libreria dei ragazzi di cui quest'anno ricorre l'anniversario per i quarantanni.
«Il mondo che circonda i bambini è profondamente cambiato negli ultimi 30 anni. Cartoni animati, cinema e televisione hanno abituato i bambini di oggi a consumi culturali veloci e dinamici rendendoli più esigenti anche per quanto riguarda le loro letture» spiega Denti.
«Verso i tre anni il bimbo è in grado di recepire le fiabe: la mamma gliele legge ad alta voce e il bimbo impara a leggere le immagini. Poi, se una favola è molto amata da un bambino, la mamma cercherà di procurargli un dvd, così il bambino vede il cartone animato della favola che ha letto su pagina e ascoltato a voce. In un minuto di cartone animato succede quello che richiederebbe quattro-cinque minuti se venisse rappresentato su una scena, e ancor più tempo se fosse letto dalla pagina di un libro. Così i bambini si abituano alla velocità narrativa e quando iniziano a leggere pretendono le stesse emozioni e gli stessi tempi d’azione ed emotivi cui è abituato».
Per 50 anni, generazioni di maschi italiani sono cresciute leggendo Salgari o I tre moschettieri, e generazioni di ragazze si sono identificate nelle protagoniste di Piccole donne. Ma quale bambino li legge oggi? Anche Pippi Calzelunghe, che pure ha rotto gli schemi consolidati del genere quando uscì nel 1945, è ormai un testo «lento».
«Il ritmo non è l’unico elemento che distingue i libri di oggi da quelli di ieri. È sempre più importante infatti la capacità dell’autore di intercettare i gusti e i bisogni dei giovani lettori. A testimonianza di ciò penso ai due successi più eclatanti in termini di vendite in libreria: i libri di Geronimo Stilton (Piemme) e Il diario di una schiappa (Il Castoro). Nel primo caso si tratta di una serie che risponde al bisogno di facilità e rapidità di lettura grazie ad una pagina non esclusivamente tipografica che aiuta ad approcciarsi al testo scritto. Nel secondo caso ad essere stato intercettato è il complesso stato di sentimenti che contraddistingue la fase preadolescenziale, una fase delicata che, raccontata nel modo giusto, ha trovato un folto pubblico interessato».
«Non servono più storie ma nuovi modi di scrivere le storie. O meglio, servono anche nuove idee narrative ma l’importante è che vengano raccontate in modo diverso. Mi spiego meglio: nessuno pensava potesse esistere la fantascienza prima che venisse inventata ma oggi il genere non è più scritto "alla Verne"».
Tablet, smartphone, e-reader avanzano ma forse non tanto quanto si crede. «Non credo che le nuove tecnologie cambieranno il modo di scrivere per bambini. Probabilmente cambierà l’oggetto libro ma questo non determinerà un modo diverso di scrivere, piuttosto un cambiamento nel modo di leggere che però, nel corso dei secoli ha subito più cambiamenti di quanti non ne abbia affrontati il libro stesso».