La Federazione degli editori europei (Fep) ha pubblicato ieri il report complessivo del giro d’affari dell’editoria libraria per i 28 Paesi membri. I dati, raccolti a partire dalle dichiarazioni delle singole associazioni di categoria e riferiti al fatturato netto esclusi i ricavi derivati dalla vendita di diritti primari e secondari, fissano a 22,3 miliardi di euro i ricavi per il settore nel 2013 con una leggera contrazione (-0,8%) rispetto all’anno precedente quando si erano toccati i 22,5 miliardi di euro.
A «fare» il mercato è soprattutto la Germania, seguita da Regno Unito, Francia, Spagna e Italia, il cui giro d’affari per il 2013 era di 2,6 miliardi di euro (il dato disaggregato dei singoli Paesi non è reso disponibile da Fep).
Cresce invece il numero di nuovi titoli prodotti complessivamente: si passa dai 535 mila del 2012 ai 560 mila di quest’anno (+4%) anche grazie alla forte crescita di nuove uscite realizzatisi principalmente nel Regno Unito. Il catalogo degli editori d’Europa arriva quindi a comprendere 15,5 milioni di titoli in stock dei queli più di 2 in formato digitale.
Resta costante il numero di addetti ai lavori, fermo da due anni a 130 mila (bisogna tornare al 2011 per vederli salire di circa 5 mila unità). Si tratta di un valore che, date le caratteristiche peculiari delle industrie dei contenuti, è assai difficile stimare correttamente, ma può essere utile ricordare che Eurostat riferendosi all'insieme degli addetti alla stampa periodica e a quella libraria, indica in 300 mila gli occupati nel 2013. 
Di seguito la tabella riassuntiva.