
Nuovi sviluppi sul fronte Apple-DoJ.
Eravamo rimasti in attesa di sapere se il processo più «caldo» del 2012 si sarebbe effettivamente svolto o meno. Denise Cote, uno dei giudici della Corte federale di New York che si sta occupando di verificare se il colosso di Cupertino si sia alleato con i cinque maggiori gruppi editoriali americani per alzare il prezzo degli e-book, si è espresso.
Secondo la Cote esisterebbero fondate ragioni per credere alla «teoria del complotto», motivo per cui ha accolto la class action presentata alla Corte da un gruppo di consumatori.
La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso – e che avrebbe spinto la società fondata da Jobs a formare un cartello con gli editori –
sarebbe stata l’aggressiva politica di prezzi condotta da Amazon per promuovere le vendite di e-book per il nuovo Kindle. Il colosso di Mountain View aveva infatti messo a dura prova la pazienza del mondo editoriale americano per via della sua strategia di business: Amazon rivendeva al dettaglio gli e-book degli editori ad un prezzo che, alle volte, era addirittura in perdita.
Apple finora ha naturalmente respinto tutte le accuse e lo stesso hanno fatto gli editori coinvolti che, lo ricordiamo, sono MacMillan, Penguin, HarperCollins, Hachette Book e Simon & Shuster. Tuttavia va detto che, a parte i primi due gruppi citati, gli altri si sono già adoperati per raggiungere un accordo con il Dipartimento di giustizia americano ed evitare così il processo.