La lettura, i modi e i luoghi in cui si legge stanno cambiando. Fa però una certa impressione vedere come cambia anche il modo stesso in cui il lettore si considera lettore, quando accede a contenuti via Web.
È questo uno dei risultati più interessanti che emerge dall’elaborazione che Istat ha fatto dei dati raccolti nell’indagine campionaria sulle famiglie italiane: Aspetti della vita quotidiana (2012).Il report (La produzione e la lettura di libri in Italia, 16 maggio 2013, e le tavole statistiche si possono consultare sul sito).
Nel 2012 circa 5,5 milioni di persone (16-74 anni) dichiarano di aver utilizzato il Web (in situazioni di mobilità utilizzando smarthphone, tablet, pc portatili, ebook reader. ecc.). Sono il 21,9% delle persone che hanno complessivamente utilizzato Internet negli ultimi tre mesi. Il raddoppio del valore del mercato e-book in Italia è anche frutto di questo processo.
Per fare cosa? Il 46,1% per leggere o scaricare news, giornali, periodici, riviste. Comunque materiali e contenuti editoriali. Un altro 13,2% per leggere e-book. Dunque una crescita importante – e in un tempo tutto sommato breve (dal 2009 al 2012) – della domanda di accesso a contenuti editoriali digitali.
La quota di persone che hanno usato un dispositivo portatile per collegarsi a Internet è strettamente legato a sua volta, come sappiamo, all’età. È del 32,7% tra i 16-19enni, e del 32,6% tra i 20-24enni. Così come lo è la disponibilità di un accesso a Internet da casa. Tra i 16-24enni è dell’87,9% e raggiunge il 92,4% tra coloro che leggono libri, per aumentare al crescere del numero di libri letti (il 96,7% tra chi ne legge più di 12). Se tra chi si «dichiara» non lettore di libri il 17,5% non accede neppure al Web, tra coloro che «dichiarano» di leggere la percentuale si riduce al 7,6%.
L’agenda digitale, è bene ricordarlo, passa anche attraverso il sostegno alla lettura e alle sue infrastrutture (leggi biblioteche).
Il ricorso alla rete per acquisire informazioni si dimostra più frequente proprio tra i giovani che in misura maggiore leggono libri. Se consideriamo i 16-24enni che leggono giornali o riviste on line, news, ecc. vediamo che questo comportamento passa dal 45,6% tra chi legge non più di tre libri all’anno al 68,3% dei lettori forti (12+).
Tutta via, l’accesso a contenuti attraverso la rete, modifica la stessa percezione di essere lettore. Chi legge su un tablet non si «riflette» a sua volta come lettore, dato che abbiamo un 29,4% di giovani 16-24enni che pur dichiarandosi non lettore di libri, afferma comunque di aver letto o scaricato (anche se non sappiamo quali) prodotti editoriali dalla rete. Si ripropone, sotto altra forma, quello che a inizio anni Novanta veniva identificato come «lettore inconsapevole» («morbido» nella definizione Istat; tra il 12-13% della popolazione tra anni ’90 e metà del decennio scorso).
Persone che leggevano generi paraletterari (rosa, gialli, SF, fantasy) o manuali ma che non si consideravano per questo lettori. Con lo sdoganamento dei generi – ad esempio il giallo – coloro che si consideravano non lettori di libri pur avendo letto dei gialli passa dal 10,4% del 1995 al 4,8% del 2006!
Adesso abbiamo sulla rete persone che scaricano contenuti (non sappiamo bene quali) e che non si considerano lettori! Qualche riflessione sul sistema d’offerta – a partire da indagini più approfondite - credo si imponga.